VENEZUELA. Calo del prezzo del petrolio: Maduro va in Cina a cercare soldi

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Maduro con jinpingIl Venezuela soffre il crollo del prezzo del petrolio al punto che lo scorso 30 dicembre il presidente Nicolas Maduro ha duramente attaccato Washington per quella che lui ha definito essere una “guerra del petrolio”, tant’é che “A metà settembre il petrolio venezuelano era a 95 dollari al barile, oggi è a 48 dollari al barile”.
Va detto che il greggio venezuelano rappresenta il 96% delle esportazioni del paese, e che il governo di Caracas nelle previsioni di bilancio per il 2015 aveva stimato un prezzo di 60 dollari al barile.
Maduro si è quindi recato a Pechino per chiedere il sostegno dei cinesi, e dall’incontro con il presidente Xi Jinping è riuscito a portare a casa un investimenti di 20 miliardi di dollari in progetti economici, sociali, di urbanistica e legati al petrolio.
Ammontano a 42 miliardi di dollari i prestiti della Cina al Venezuela già versati, di cui circa la metà restituiti entro a scadenza di fine anno 2014.
In genere gli investimenti della Cina in altri paesi, specie in quelli africani, sono risultati essere un capestro, tanto che già lo Zambia e la Nigeria vi hanno posto un freno: esplicativa è l’immagine di un ospedale cinese che viene costruito quale investimento all’estero, realizzato grazie a manodopera e tecnici cinesi, con materiali cinesi, nel quale opereranno medici e infermieri cinesi, il tutto affittato al governo locale, con introiti che andranno alle aziende cinesi.
Nell’incontro con il collega venezuelano Jinping ha affermato che la Cina, la seconda economia del mondo, sta rafforzando la sua portata diplomatica ed economica in Sud America.
Secondo l’Inter-American Forum, la Cina ha fornito ai paesi latino-americani oltre 100 miliardi di dollari dal 2005; pochi giorni fa il presidente dell’Ecuador Rafael Correa è riuscito ad ottenere un prestito da Pechino di 7,5 miliardi di dollari: anche l’economia di Quito è duramente colpita dal crollo verticale del prezzo del petrolio.