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Un’autobomba condotta da un kamikaze è esplosa all’esterno di una scuola di polizia a Sanaa, capitale dello Yemen, uccidendo, come hanno riferito fonti della polizia, almeno 38 persone e ferendone una settantina. Un testimone ha riferito che “E’ stato un attentato contro la polizia e mirava a colpire gli allievi dell’accademia”. Il numero delle vittime è destinato a crescere man mano che passano le ore e le foto diffuse su Twetter mostrano il veicolo, probabilmente un minibus, distrutto dalla deflagrazione, gente ferita in fuga e corpi straziati sul marciapiede.
Più che alla minoranza sciita degli huthi, che si scontrano con l’esercito da mesi per reclamare concessioni territoriali alle loro provincie, la partecipazione attiva nell’amministrazione del paese e l’inquadramento di 20mila loro unità nell’esercito regolare, le modalità dell’attentato fanno pensare ad un’azione di al-Qaeda Aqap (diramazione del gruppo nella Penisola Arabica), la quale ha aumentato la frequenza degli attacchi dopo che l’esercito e la polizia, appoggiati dall’intelligence, dai commando e dai droni Usa, hanno intensificato la loro azione.
