Yemen. I sauditi usano le bombe a grappolo proibite. Fornite dagli Usa

di C. Alessandro Mauceri –

Yemen houthi bombardamentoL’Arabia Saudita utilizza bombe a grappolo vicino a zone abitate da civili nello Yemen. A denunciarlo è stata Human Rights Watch, che ha anche pubblicato le foto degli ordigni che sarebbero stati forniti all’Arabia Saudita dagli Usa. “L’Arabia Saudita e i membri della coalizione, così come il loro fornitore, gli Stati Uniti – ha detto Steve Goose direttore del settore armi di Hrw – stanno palesemente ignorando le leggi globali che vietano l’utilizzo di bombe a grappolo. Di fronte alle prove del coinvolgimento dei civili negli attacchi con bombe a grappolo, la coalizione a guida saudita dovrebbe immediatamente smettere di utilizzare queste armi”.
Quella contenuta nella denuncia è solo l’ultima di una lunga serie di accuse circostanziate. Foto, video e le testimonianze di alcuni sopravvissuti non lasciano dubbi: la coalizione guidata dall’Arabia Saudita sta usando bombe a grappolo di fabbricazione statunitense in zone densamente popolate. I dati sono stati inseriti da Hrw nel rapporto “Yemen: le bombe a grappolo colpiscono i civili”. Secondo gli autori del rapporto, inoltre, con la vendita all’Arabia Saudita di queste armi, gli USA avrebbero violato le leggi e i regolamenti interni: pur non avendo sottoscritto gli accordi internazionali che le mettono al bando, l’esportazione di bombe a grappolo dovrebbe essere consentita solo se sono garantiti gli standard di “efficienza” che prevedono che vengano usate su obiettivi distanti da siti in cui si trova la popolazione civile. Cosa che nello Yemen non  avviene.
Blande le rimostranze presentate dagli Usa nei confronti dell’Arabia Saudita (l’unica a disporre, nei propri arsenali, di cinque delle sei tipologie di bombe trovate sul campo – e anche per questo ritenuta la principale responsabile di morti e gravi lesioni riportate dai civili durante gli attacchi).
“Gli Usa dovrebbero interrompere la propria produzione e le esportazioni, aderendo al bando internazionale su questi ordigni”, ha detto Hrw in un comunicato. A togliere ogni dubbio è il fatto che, come confermano le prove rilevate sugli obiettivi, alcune delle bombe a grappolo utilizzate in Yemen sono le CBU-105 SFW, prodotte da un’azienda statunitense.
Nonostante gli sforzi delle Nazioni Unite per l’apertura dei negoziati di pace, in molte aree del paese continuano gli scontri. E, secondo diverse fonti, il 98 per cento delle vittime sarebbero civili (il 30 per cento dei quali bambini) colpiti dagli ordigni “illegali” usati.
Dati confermati poche settimane fa durante la Giornata Onu sul problema delle mine. Nonostante siano state messe al bando nel 2008, il Trattato internazionale che ne vieta l’uso è stato sottoscritto da moltissimi paesi (119) ma non da Arabia Saudita, Yemen e Usa. Paesi che non hanno siglato questi accordi proprio perché sono i maggiori produttori o utilizzatori di queste armi. Arabia Saudita, Emirati Arabi, Bahrein, Egitto, Marocco sono tra i paesi che hanno utilizzato queste armi nel recente passato (o che le hanno acquistate). E buona parte di questi ordigni ritenuti da molti “illegali” provengono da Stati Uniti e Brasile.
“Abbiamo visto il rapporto e lo stiamo esaminando. Ovviamente siamo profondamente preoccupati dalle notizie di danni ai civili e incoraggiamo la coalizione Arabia ad indagare sulle denunce del coinvolgimento dei civili”, ha detto il portavoce del dipartimento di stato John Kirby (come riportato dal New York Times).
Ben diverso, invece, l’atteggiamento dell’Arabia Saudita, che si è limitata a negare l’uso delle armi vietate e nient’altro. Un atteggiamento di arroganza che, finora, è stato consentito e tollerato da numerose organizzazioni internazionali che non hanno voluto prendere provvedimenti nei confronti del paese arabo e di chi continua a vendere o utilizzare questi mezzi di distruzione di massa.
Un silenzio che rende ancora più incredibile la condizione in cui è costretta a vivere l’80p er cento della popolazione dello Yemen: 21 milioni di persone che non riescono ad avere accesso costante a acqua e cibo, quasi due milioni di sfollati e 8mila morti. E parte di questi uccisi proprio dalle bombe a grappolo vendute dagli Usa all’Arabia Saudita.