YEMEN. Sospesi i bombardamenti della Lega Araba sugli houthi, si tenta la via del dialogo

Notizie Geopolitiche –

arabia saudita cacciaFino a poco fa sembrava non essere ascoltata, specialmente dalla Lega Araba, la richiesta del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon di un approccio diplomatico e di dialogo nazionale per risolvere la crisi dello Yemen, dove i ribelli sciiti houthi, che lo scorso 27 gennaio hanno preso il potere rovesciando il presidente Abd Rabbo Mansour Hadi, sono stati sottoposti a pesanti bombardamenti da parte della coalizione guidata dal generale saudita Ahmed al-Asseri e composta, oltre che da Yemen e Arabia Saudita, anche da Egitto, Sudan, Giordania, Marocco, Bahrain, Emirati Arabi Uniti e Qatar. Fino ad oggi sono state diverse centinaia i morti, soprattutto civili, mentre sono in corso pesanti scontri fra houthi e lealisti per contendersi il controllo delle zone strategiche, delle raffinerie e dei pozzi di petrolio.
Il golpe degli houthi, dietro il quale vi sarebbe l’Iran (che però nega), è arrivato dopo che per mesi avevano chiesto invano alcuni riconoscimenti come l’inserimento di 20mila appartenenti alla minoranza nelle forze armate governative, l’assegnazione di 10 ministeri e l’inclusione nella regione di Azal di Hajja e dei governatorati di al-Jaw.
A comunicare la sospensione della campagna “Tempesta finale” è stato lo stesso generale al-Asseri, il quale ha comunicato che “Su richiesta del governo yemenita (riconosciuto, ndr.) e del presidente Abd Rabbo Mansur Hadi, il comando della coalizione ha posto fine all’operazione “Tempesta finale””.
Per quanto la situazione appaia tutt’altro che stabilizzata, al-Asseri ha puntualizzato nel corso di una conferenza stampa che “Sono stati raggiunti gli obiettivi fissati ed è stata protetta la legittimità statale dello Yemen. La popolazione non è più a rischio mentre le milizie houthi hanno perso gran parte del loro potenziale offensivo. Siamo in grado di confermare che oggi non costituiscono più una minaccia per lo Yemen e le nazioni confinanti”. Il generale ha quindi confermato che sono state distrutte armi pesanti e missili balistici sequestrati dai miliziani huthi e dalle forze alleate ai ribelli fedeli all’ex presidente Ali Abduallh Saleh.
Da quanto si è appreso il presidente Abd Rabbo Mansur Hadi e ha dato il via una nuova campagna denominata “Ritorno della speranza”, volta ad arrivare a negoziati con gli houthi e a premettere che la popolazione stremata sia raggiunta dagli aiuti umanitari.
La decisione di sospendere i raid aerei e di favorire il dialogo nazionale è stata accolta con soddisfazione negli ambienti diplomatici, in quanto il rischio era che il conflitto si estendesse a macchia d’olio nella Penisola Arabica, fondendosi ai conflitti già in corso in medio Oriente.
Anche Teheran e Washington hanno comunicato di aver accolto favorevolmente la notizia della fine dei raid aerei nello Yemen.