Ben Guerdane: pietre ed armi da caccia dei cittadini-eroi contro l’Isis

di Ghazy Eddaly

Ben guerdane cittadini contro isisTUNISI – Dopo i raid statunitensi su Sebrata, in Libia, di qualche settimana contro i jihadisti tunisini che stavano mettendo in atto un piano per espandere l’Isis verso occidente, inaspettatamente il 7 marzo vi è stato l’attacco alla città di Ben Guerdane, governatorato tunisino di Medenine. L’azione contro una caserma è stata respinta dall’esercito e sul terreno sono rimasti 49 jihadisti, 11 agenti di sicurezza e 3 civili, tra i quali una bambina di 12 anni. Altri sette miliziani sono stati uccisi negli scontri dei giorni successivi.
Ben Guerdane dista a 70 chilometri dal confine libico, lungo 169 chilometri e dal quale passano i traffici verso la città, in particolare benzina ed altri generi, ma anche gli stessi jihadisti, che si mimetizzano tra i frontalieri. Ben Guerdane da sempre vive una situazione sociale difficile per via della disoccupazione giovanile e del mancato sviluppo produttivo, e la sua economia si appoggia quasi esclusivamente sul commercio e sul contrabbando. La chiusura del vicino valico di Ras Agedir ha messo in difficoltà le famiglie meno abbienti, che proprio sul viavai delle merci traevano il loro magro sostegno.
Lunedì 7 marzo, alle prime luci dell’alba, vi è stato l’attacco dei jihadisti, i quali conoscevano bene le vie dell’agglomerato urbano (80mila abitanti), ma i cittadini di Ben Guerdane si sono rivelati i primi difensori della città sostenendo l’esercito e le forze di sicurezza: non solo chi le aveva ha abbracciato coraggiosamente le armi da caccia, ma contro i miliziani dell’Isis sono state scagliate pietre ed altri oggetti.
La reazione è stata del tutto inaspettata per i jihadisti, anche perché in Siria, Iraq e Libia sono stati numerosi i villaggi e le città che si sono sciolti volontariamente nello Stato Islamico quale possibile alternativa alla povertà e all’assenza di investimenti governativi, e le molte testimonianze fatte di racconti ed immagini circolate sui social network rappresentano la conferma che Ben Guerdane e i villaggi vicini non sono “incubatori” del terrorismo, come riteneva l’Isis.
L’atto eroico degli abitanti di Ben Guerdane è stato salutato dal primo Habib Essid, il quale, ricordando che “la Tunisia ha vinto una battaglia ma non la guerra”, ha detto che “l’esempio della popolazione di Ben Guerdane, che era in prima linea, vale anche per le altre città e regioni, per cui l’Isis, non trovando lo sperato sostegno popolare, potrebbe essere spinto a cambiare strategia”.