Francia. Ecologia: legge obbliga le grandi aziende a vigilare sulle proprie appaltate

di C. Alessandro Mauceri

Da molti anni ormai una delle critiche principali alla globalizzazione della produzione dei beni è la reale impossibilità di controllare il modo in cui operando i fornitori soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Aziende che spesso agiscono senza controlli e senza assumersi alcuna responsabilità dal punto di vista sociale e ambientale.
Qualcosa però potrebbe cambiare: il Parlamento francese ha approvato una norma assolutamente innovativa in base alla quale le multinazionali dovranno vigilare sulle aziende da esse controllate in giro per il mondo. Le grandi imprese con sede legale o operativa sul territorio francese dovranno vigilare sulle eventuali violazioni gravi e sui comportamenti anti-ecologici di cui si dovessero macchiare le ditte che lavorano in subappalto per loro conto, ovunque si trovino.
Quella che è stata introdotta sembra essere una vera e propria rivoluzione, un fulmine a cielo sereno sul mondo finora praticamente privo di regole e controlli delle multinazionali.
Almeno a prima vista. A ben vedere, invece, potrebbe non cambiare nulla. E non per uno ma per tre motivi. Il primo è che, come è avvenuto fin troppo spesso, nessuno impedirà alle grandi aziende di cambiare continuamente fornitori giustificando questa scelta dietro alibi tecnici o economici. Il secondo è che limitare quest’obbligo solo alle imprese che hanno sede legale o operativa in Francia non impedirà la vendita sul territorio di prodotti realizzati da altre multinazionali.
Ma anche sui soggetti interessati non mancano le polemiche: la legge varrà solo per le multinazionali che hanno un numero di dipendenti non inferiore alle cinquemila unità in Francia o diecimila in tutto il mondo. Solo loro saranno obbligate a dotarsi di un “programma di vigilanza” che permetta “di identificare e prevenire tutte le violazioni gravi dei diritti umani, delle libertà fondamentali, della salute e della sicurezza degli individui, così come dell’ambiente”. È evidente che non sarà difficile per chi non vorrà essere soggetto a controlli bypassare questi limiti.
Ma la cosa più grave è che la legge, promessa dal presidente Francois Hollande nel 2012, in piena campagna elettorale, e voluta non dal governo ma dal Parlamento, è stata “un’autentica maratona”, come ha dichiarato il socialista Dominique Potier. Anche alcune associazioni hanno parlato di “un primo passo storico”, che occorrerà però estendere dapprima a livello europeo, quindi su scala mondiale.
E questo sempre che le opposizioni, che già si sono levate oltralpe, non abbiano la meglio: l’iniziativa ha suscitato dure critiche dalla destra, ed il deputato del partito Les Républicains Patrick Hetzel ha definito questa legge “una politica del sospetto”.