Libia. Msf, ‘soldi Ue per fermare i migranti diventano torture nei centri di detenzione’

di Enrico Oliari –

E’ difficile poter affermare, al momento, che i soldi italiani destinati alle autorità libiche per fermare il flusso dei migranti – chiamiamola pure “lotta ai trafficanti” – finiscano in realtà a miliziani i quali prima gestivano i traffici stessi, fonte facile di guadagno per le più disperse tribù del territorio libico.
Certo è che il numero dei migranti che sbarcavano in Italia è drasticamente crollato, e ciò non è dovuto alla casualità o all’improvvisa buona disposizione di tribù e gruppi criminali, che nei centri di detenzione (così hanno testimoniato i migranti) hanno ucciso e stuprato chi non poteva pagare per andare oltre.
La verità è che il calo del flusso migratorio verso le sonde italiane ha un costo, che possa piacere o meno. Un costo che può disincentivare le partenze dai paesi d’origine, ma pur sempre un costo che qualcuno deve pagare. Sulla propria pelle.
Già in agosto la Reuters ha riportato dell’improvviso impegno della “Brigata 48” nel fermare in Libia i migranti impedendo loro di imbarcarsi per l’Italia e nel sequestrare i natanti dei trafficanti. Brigata che sarebbe comandata da un ex boss mafioso, ed il gruppo sarebbe formato da militari ed ex poliziotti dell’ancien régime, i quali starebbero attendendo o avrebbero già avuto denaro da Tripoli per operare in tal senso.
Sul fatto che in Libia i migranti finiscano nei campo di detenzione e che lì i diritti umani siano una barzelletta, è risaputo, ed anche il numero uno della Camera di commercio italo-libica, Gianfranco Damiano, ha affermato in una recente intervista per il nostro giornale che “…i rapporti con le milizie, non sono indice di trasparenza e democrazia. E’ stata fermata l’immigrazione, riaprendo i campi di concentramento in Libia”.
Più forte il comunicato stampa diffuso ieri da Medici senza Frontiere, organizzazione umanitaria che ha scritto una lettera ai leader europei e alle istituzioni dell’Unione Europea per denunciare le atroci sofferenze che le loro politiche sulla migrazione stanno alimentando in Libia.
Nella lettera, inviata anche al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, MSF denuncia la “determinazione dell’Europa nel bloccare le persone in Libia a qualunque costo e chiede che gli inaccettabili abusi contro le persone trattenute arbitrariamente nei centri di detenzione cessino al più presto”.
“Il dramma che migranti e rifugiati stanno vivendo in Libia dovrebbe scioccare la coscienza collettiva dei cittadini e dei leader dell’Europa” si legge nella lettera, firmata dalla dott.ssa Joanne Liu, presidente internazionale di MSF, e da Loris De Filippi, presidente di MSF in Italia. “Accecati dall’obiettivo di tenere le persone fuori dall’Europa, le politiche e i finanziamenti europei stanno contribuendo a fermare i barconi in partenza dalla Libia, ma in questo modo non fanno che alimentare un sistema criminale di abusi.”
“La detenzione di migranti e rifugiati in Libia è vergognosa. Dobbiamo avere il coraggio di chiamarla per quello che realmente è: un’attività fiorente che lucra su rapimenti, torture ed estorsioni” continua la lettera aperta di MSF. “Le persone sono trattate come merci da sfruttare. Ammassate in stanze buie e sudicie, prive di ventilazione, costrette a vivere una sopra l’altra. Le donne vengono violentate e poi obbligate a chiamare le proprie famiglie e chiedere soldi per essere liberate. La loro disperazione è sconvolgente.”
MSF fa notare che “La riduzione delle partenze dalle coste libiche è stata celebrata come un successo nel prevenire le morti in mare e combattere le reti di trafficanti. Ma per MSF questa celebrazione è da considerarsi nella migliore delle ipotesi pura ipocrisia o, nella peggiore, cinica complicità con il business criminale che riduce gli esseri umani a mercanzia nelle mani dei trafficanti”.
“Chi è davvero complice dei trafficanti: chi cerca di salvare vite umane oppure chi consente che le persone vengano trattate come merci da cui trarre profitto?”, si domanda nella lettera di MSF. “La Libia è solo l’esempio più recente ed estremo di politiche migratorie europee che da diversi anni hanno come principale obiettivo quello di allontanare le persone dalla nostra vista. Tutto questo toglie qualunque alternativa alle persone che cercano modi sicuri e legali di raggiungere l’Europa e le spinge sempre più in quelle reti di trafficanti che i leader europei dichiarano insistentemente di voler smantellare.”
Per MSF, vie legali e sicure perché le persone possano raggiungere paesi sicuri sono l’unico modo per proteggere i diritti delle persone in fuga, assicurare un controllo legale delle frontiere europee e rimuovere quei perversi incentivi che consentono ai trafficanti di prosperare: “Le persone intrappolate in queste ben note condizioni da incubo hanno disperato bisogno di una via di uscita. Devono poter accedere a protezione, asilo e quando possibile a migliori procedure di rimpatrio volontario. Hanno bisogno di un’uscita di emergenza verso la sicurezza, attraverso canali sicuri e legali.”
“Non possiamo dire che non sapevamo quello che stava accadendo. Non possiamo continuare a tollerare questo vergognoso accanimento sulla miseria e la sofferenza delle persone in Libia” conclude la lettera di MSF. “Permettere che esseri umani siano destinati a subire stupri, torture e schiavitù è davvero il prezzo che, per fermare i flussi, i governi europei sono disposti a pagare?”.
Davanti al dramma nel dramma, la speranza è che quanto prima le autorità sovranazionali prendano in mano la cosa ed intervengano, poiché i diritti umani vengono prima di tutto: nella coscienza dell’italiano, dell’europeo medio, torture, vessazioni, rapimenti e violenze valgono le strade libere dai migranti?