Russia. Dopo Telegram bloccato Youtube

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Dopo aver bloccato la chat di Telegram attraverso una sentenza di tribunale per non aver fornito ai servizi di sicurezza (Fsb) i codici di decriptazione, il Roskomnadzor (Servizio federale per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa) ha annunciato ieri l’inclusione nel registro dei media vietati un certo numero di indirizzi IP di Google, che possiede YouTube. Il Roskomnadzor ritiene infatti che Google violi la sentenza che ha bloccato Telegram in quanto Google, che possiede YouTube, fornisce l’accesso a Telegram in Russia.
Per l’autorità delle telecomunicazioni i codici erano necessari per individuare i messaggi di eventuali terroristi e aver modo così di risalire alle loro identità, cosa resasi necessaria sin dall’attacco alla metropolitana di San Pietroburgo di un anno fa in quanto gli 007 avevano scoperto che i terroristi si scambiavano messaggi tramite l’applicazione per pianificare l’attacco. In particolare era stata richiesta la possibilità di decriptare i messaggi legati a sei numeri di telefono, ma il fondatore di Telegram, Pavel Durov, aveva negato l’accesso alle autorità in quanto a suo dire vi sarebbe stata una violazione della privacy e della libertà degli utenti.
Già in mattinata gli utenti di numerose città tra cui Mosca, San Pietroburgo, Ekaterinburg, Chelyabinsk, Volgograd, Kazan, Izhevsk, e Kaluga hanno visto difficoltà nella navigazione e nella condivisione dei filmati. Dopo qualche ora il servizio Youtube sembra comunque essere stato ripristinato.