Skipral: ad un mese dal fatto mancano ancora le prove del coinvolgimento russo

di Dario Rivolta *

Un mese è passato dall’avvelenamento della ex spia russa doppiogiochista Skripal in Gran Bretagna e ancora nessuno ha portato prove di alcun genere che Mosca vi sia stata realmente coinvolta. Il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson, che nelle comunicazioni indirizzate alla stampa afferma come fosse una verità incontrovertibile che il veleno sia arrivato dalla Russia addirittura in una valigia, viene smentito dai resoconti rilasciati nei luoghi ufficiali. Infatti sia davanti al Parlamento che nel Consiglio di sSicurezza dell’Onu si è parlato soltanto di “armi sviluppate in Russia” e non di uso fattone da qualcuno di quel Paese. Anche qualora si trattasse veramente del gas detto A234, chi avrebbe potuto aver familiarità con quella sostanza sono per lo meno tutti i Paesi dell’ex patto di Varsavia. Magari proprio quelli che potrebbero avere interesse ad alimentare i motivi di tensione tra la Russia e l’occidente: Polonia, Paesi Baltici, Ucraina. Senza contare i servizi segreti della stessa Gran Bretagna o degli Stati Uniti. Facendo qualche ricerca via internet si scopre che il maggior centro di produzione di tale sostanza si trovava in Uzbekistan e che quel tipo di gas fu prodotto in Unione Sovietica tra il 1970 e il 1980. Fatto sta che la richiesta russa di poter partecipare all’analisi di quanto accaduto e del gas presumibilmente usato non è stata accolta dalle Autorità’ britanniche. Perchè?
Quanto al movente per un tale tentato omicidio abbiamo già visto (in un precedente articolo – vedi…) come le possibili motivazioni russe siano alquanto deboli, mentre non si può escludere che altri possano averne avute di più convincenti. Ad esempio:
a) porre una ipoteca negativa sullo svolgimento del prossimo campionato del mondo di calcio, impedendo che diventi un’esibizione vincente per l’immagine russa nel mondo così come lo furono per la Cina le olimpiadi del 2015.
b) tacitare, col mettere sul piatto nuove ragioni di ostilità’ verso Mosca, quei Paesi europei che domandano con sempre maggior vigore la fine del regime sanzionatorio contro la Russia.
c) accentuare il clima da guerra fredda, favorendo i “falchi” nei due schieramenti.
d) (ipotesi avanzata dall’ex ambasciatore britannico in Uzbekistan Kraig Murray) accontentare i produttori di armi britannici e americani che vedono nell’aumentare delle tensioni un beneficio per i loro bilanci.
E’ evidente che non siamo noi ad avere sufficienti informazioni per confermare o escludere la mano degli uni o degli altri in quanto accaduto alla spia doppiogiochista, ma la fretta con cui si è “identificato” il presunto colpevole e quanto ne è seguito suscita più di qualche dubbio. D’altra parte non sarebbe la prima volta che si creano appositamente eventi delittuosi al solo fine di poterne incolpare i “nemici” e orientare le opinioni pubbliche in una certa direzione. Non è necessario avere informazioni riservate per sapere che molti governi han dato vita a specifiche organizzazioni segrete che hanno lo scopo di agire con ogni mezzo per influenzare popoli e Stati, amici o nemici. Basta cercare su Wikipedia sotto la voce “Psychological Operations” (PSYOP). Si scoprirà, per esempio, che negli Stati Uniti esistono delle unità con tale nome create esplicitamente per “influenzare le emozioni, i motivi, i ragionamenti e il comportamento di governi, di organizzazioni, gruppi e individui… al fine di indurre o rinforzare un comportamento favorevole agli obiettivi americani”. Le PSYOP sono state usate sia durante i conflitti sia in tempi di pace, sia verso Stati nemici sia contro Stati ufficialmente amici.
La PSYOP degli Stati Uniti tra il 2010 e il 2014 fu rinominata Military Information Support Operations (MISO) poi tornò a chiamarsi ancora PSYOP nell’agosto 2014 e, infine, fu definitivamente chiamata MISO dal 2015. Le operazioni condotte si dividono in Bianco, Grigio e Nero, ove le operazioni “bianche” sono quelle che tutti possono riconoscer come originate dalla Istituzioni ufficiali americane (ad esempio Voice of America), “grigie” sono quelle ufficialmente indipendenti dal governo (ad esempio: Radio Free Europe, Selezione del Reader’s Digest etc.) e ”nere” quelle ove il governo americano potrà negare qualunque coinvolgimento. Mentre le attività “bianche” dipendono (principalmente ma non esclusivamente) dalle forze armate, le “grigie” e le “nere” fanno direttamente capo alla CIA. Le “bianche” sono emanazioni di ben quattro unità di esercito, aviazione e marina degli Stati Uniti e sono : 2nd Psycological Operations Group, 4ph Military Information Support Group, 7th Psycological Operations Group e 8th Military Information Support Group. Queste unità sono state create in tempi diversi e rivestono compiti differenti tra loro e le prime operazioni risalgono almeno ai tempi della Prima Guerra Mondiale.
Per quanto riguarda le PSYOP della CIA esse durante i tempi di pace fanno capo direttamente al Dipartimento di Stato americano e hanno assunto vari nomi quali ad esempio “Vice Direzione dei Piani”, “Direzione delle Operazioni” o, ultimamente, “Servizio Nazionale Clandestino”. Per dare un esempio di come agiscono basta ricordare le azioni avvenute in Svezia nei primi Anni ’80 ove, apparentemente, gli Stati Uniti non centravano per nulla. Si trattò allora di influenzare l’opinione pubblica svedese contro la minaccia sovietica e sottomarini americani e britannici fecero anonime, ma frequenti, comparse nelle acque territoriali svedesi lasciando pensare si trattasse di mezzi sovietici. Quelle operazioni furono dirette dal National Underwater Reconaissance Office e coordinate con l’organizzazione segreta della NATO (Stay – behind). Molto spesso e per essere più efficaci, le azioni coperte della PSYOP si avvalgono di giornalisti ed analisti infiltrati o prezzolati, apparentemente indipendenti, che diffondono o creano notizie utili agli obiettivi che si vogliono raggiungere. Questo tipo di operazioni si è scoperto essere state utilizzate con la CNN e con la Radio Pubblica Nazionale (NPR). Nel 2008 il New York Times svelò come “nascosti dietro l’apparenza di obiettività… è un apparato di informazioni del Pentagono che ha usato quegli analisti per una campagna, al fine di generare una copertura di notizie favorevole all’Amministrazione…”.
Considerata l’esistenza di queste realtà di guerra psicologica e di propaganda occulta usata ai nostri giorni da tanti governi, non c’è da stupirsi se perfino fatti che sembrerebbero incontrovertibili siano in realtà il risultato di macchinazioni con tutt’altre origini. Figuriamoci i dubbi che possono venire quando risulta impossibile poter conoscere le prove inconfutabili di ciò che si vorrebbe far credere.

* Già deputato, è analista geopolitico ed esperto di relazioni e commercio internazionali.