Skipral: espulsioni di diplomatici dall’occidente, due dall’Italia nel giorno dell’incendio di Kemerovo

di Enrico Oliari

E’ ormai guerra di spie con la Russia, dopo che diversi paesi occidentali hanno predisposto l’espulsione di “diplomatici” ed altre figure, in realtà individui conosciuti come 007 al soldo di Mosca.
Il caso è l’affaire Skipral, l’ex spia russa e ufficiale del Gru (servizi segreti militari) trovato il 6 marzo in gravi condizioni riverso su una panchina con la figlia a Salisbury, in Gran Bretagna, dopo essere stati entrambi avvelenati col gas nervino.
Da subito per la premier Theresa May non ci sono stati dubbi circa la responsabilità diretta di Mosca nel tentato omicidio, anche per la similitudine del caso con quello di Aleksandar Litvinenko, l’ex spia russa uccisa a Londra 12 anni fa con del plutonio 210 disciolto nel tè. May, nonostante il respingimento di ogni addebito da parte russa e nonostante non avesse fornito alcuna prova circa il coinvolgimento di apparati russi, ha provveduto all’espulsione di 23 diplomatici russi, indicati come agenti d’intelligence, all’interruzione dei contatti ad alto livello e alla non partecipazione ai mondiali di quest’anno da parte di esponenti della casa reale e del governo.
Misure definite come “isteriche”, “folli”, “uno spettacolo circense” da parte di Mosca, e prima di procedere con le misure simmetriche e quindi l’espulsione dal territorio russo di altrettanti “diplomatici”, l’ambasciatore all’Onu, Vassily Nebenzia, ha sottolineato durante una riunione del Consiglio di sicurezza che “Siamo pronti per una tale indagine. Non abbiamo nulla da nascondere o temere”.
Al di là di chi sia o meno l’attentatore di Sergei Skripal e della figlia Yulia, la quale era arrivata in quel momento da Mosca portando, secondo Scotland Yard, inconsciamente nella valigia il veleno, il caso è tornato utile a quella filosofia antirussa che tanto va in voga in occidente e che ha trovato concretezza già con le sanzioni per l’annessione nel 204 della penisola della Crimea.
Difatti, prove o non prove ma comunque senza esserne parte in causa, la prima ad intervenire dopo la Gran Bretagna è stata Bruxelles, con Consiglio europeo che ha richiesto all’Alto Rappresentante Federica Mogherini di richiamare il capo delegazione dell’Ue nella Federazione Russa per consultazioni a Bruxelles”, nella fattispecie l’ambasciatore tedesco Markus Ederer; poi la catena occidentale delle espulsioni è continuata in queste ore, “18 Paesi, fra cui 15 dell’Ue”, ha annunciato in modo roboante la premier Theresa May (arriveranno a 24 poco dopo), mentre il ministro degli Esteri Boris Johnson ha twittato che “La straordinaria risposta internazionale dei nostri alleati rappresenta la più grande espulsione collettiva di agenti dell’intelligence russa nella storia e ci aiuterà a difendere la nostra sicurezza. La Russia non può violare impunemente le norme internazionali”.
Sono una sessantina i diplomatici russi, dodici i “funzionari dell’intelligence”, che dovranno in pochi giorni lasciare gli Usa su ordine di Donald Trump, 13 partiranno dall’Ucraina, due lasceranno l’Albania, quattro il Canada, due l’Italia, come si legge in una nota del ministero degli Esteri in cui si legge che “è stata notificata la decisione di espellere dal territorio italiano entro una settimana due funzionari dell’ambasciata della Federazione russa a Roma accreditati in lista diplomatica”.
Da Washington è stato tuttavia precisato dal viceportavoce della Casa Bianca Rai Shah che “Donald Trump vuole continuare a lavorare con la Russia, gli Stati Uniti “non vogliono chiudere la porta”, ma “questo tipo di azioni (il tentato omicidio di Skypral in territorio britannico) non possono essere tollerate”.
Ora bisognerà vedere se accetterà o meno Vladimir Putin di farsi mettere il guinzaglio dall’occidente. Di certo a Mosca la cosa è stata presa male, anche perché capitata nel giorno di lutto per l’incendio del centro commerciale di Kemerovo, 64 morti di cui una quarantina di bambini. Il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha puntato il dito contro gli Usa parlando di “pressioni enormi” esercitate sugli altri paesi per arrivare ad espulsioni concertate, ed il Cremlino ha annunciato di volere rispondere e ha accusato Londra di essere piena di pregiudizi.

Sergei Skipral e la figlia Yulia. (Foto Facebook).