Altro regalo di Trump a Netanyahu, ‘le colonie non sono illegali’

di Guido Keller –

Il terzo regalo di Donald Trump all’Israele di Benjamin Netanyahu è arrivato, come gli altri, nel compiacente silenzio delle leadership del mondo arabo. Per la precisione delle leadership del mondo arabo, non della popolazione che, sebbene un po’ ovunque presa con conflitti interni e crisi economiche, continua a percepire come pesanti affronti le mosse della Casa Bianca.
Fatto sta che dopo lo spostamento dell’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme, con il conseguente riconoscimento della città santa come capitale, la dichiarazione secondo cui le Alture del Golan appartengono a Israele, mentre per il diritto internazionale sono occupate militarmente in quanto parte della Siria, ieri Washington ha comunicato di non ritenere più gli insediamenti dei coloni israeliani in Cisgiordania come illegali, avallando di fatto l’espansione territoriale di Israele oltre i confini stabiliti nel 1967, quindi in barba alle risoluzioni Onu.
Lo ha reso noto il segretario di Stato Mike Pompeo, per il quale “gli ebrei non sono colonialisti stranieri in Giudea e Samaria”, aggiungendo che “la politica dell’Amministrazione Trump è corretta anche nell’affermare che coloro che hanno negato qualsiasi base legale per gli insediamenti non solo negano la verità, la storia e la realtà sul terreno, ma fanno arretrare anche la causa della pace, che può essere raggiunta solamente attraverso negoziati diretti tra le parti”.
Più che la pace, a Netanyahu interessano i voti dei coloni e dei palazzinari, cioè di quelle lobby che non gli hanno mai fatto mancare il sostegno nei momenti politici difficili. Sostegno che oggi più che mai gli serve per non essere messo da parte nella difficile crisi politica in cui si trova il paese, dove dopo mesi e tentativi non si è riusciti a fare il governo.
L’ultima proposta del presidente Reuven Rivlin è che il centrista Benny Gantz e Netanyahu diano vita ad un premieranno a rotazione, con la garanzia che “Bibì” venga messo a riposo nel momento in cui le gravi accuse di corruzione dovessero divenire incriminazioni.
La decisione della Casa Bianca non è stata seguita dall’Unione Europea, per la quale è intervenuta la Pesc Federica Mgherini (a breve le subentrerà Josep Borrell): “La posizione dell’Ue – ha affermato da Bruxelles – sulla politica di insediamento israeliana nel territorio palestinese occupato è chiara e rimane invariata: tutte le attività di insediamento sono illegali ai sensi del diritto internazionale ed erodono la fattibilità della soluzione a due Stati e le prospettive di una pace duratura, come ribadito dalle Nazioni Unite Risoluzione del Consiglio di sicurezza 2334”.