Arabia Saudita e Iran scelgono un ruolo da piattaforma logistica per il loro futuro

di Raffaele Luongo

Nave containerAlcuni Stati del Golfo Persico hanno scelto di diversificare la loro economia con l’obiettivo di ridurre la loro dipendenza dalle entrate per il petrolio. Questa decisione sta spingendo nazioni come l’Arabia Saudita e l’Iran a dedicare sempre più attenzione al ruolo che possono ricoprire nel commercio internazionale. Stiamo parlando di una regione che si estende a metà strada tra l’Asia, l’Europa e l’Africa, questo crocevia ricongiunge l’est con l’ovest e il Mar Arabico con il Mediterraneo. Riyadh e Teheran hanno avviato imponenti operazioni infrastrutturali, potenziando porti e ferrovie, per diventare uno dei principali snodi del commercio internazionale.
L’Iran, appena rientrato nel commercio internazionale, si è lanciato di comune accordo con Russia e Azerbaijan nella costruzione di un’imponente infrastruttura ferroviaria che collegherà Mosca con il porto di Chabahar, in Iran. Il corridoio intermodale si snoda per chilometri, passando dalla rotaia al trasporto su gomma e al trasporto via mare, giunge fino a Mumbai in India, paese in forte espansione che necessita di materie prime e anche del petrolio iraniano.
L’India ha investito parecchio denaro nel potenziamento del porto di Chabahar, quest’ultimo sarà in grado di rivaleggiare con i maggiori porti della regione e la sua capacità di carico sarà maggiore di quella del porto di Bandar Abbas. L’Iran sta quindi potenziando il suo sistema portuale e lo collega direttamente al cuore dell’Europa con la costruzione dell’International North-South Transport Corridor (INSTC), che gareggiando con il Canale di Suez, dimezzerà i tempi di trasporto e permetterà all’Iran di porsi esattamente a metà strada tra l’India e la Russia. A Teheran spetterà quindi il felice incarico di fare da hub commerciale fra due delle più grandi economie globali del momento: India e Russia.
Anche l’Arabia Saudita si appresta a cogliere le occasioni che il commercio internazionale ha da offrirle, così Riyadh si è posta l’obiettivo di portare il valore delle sue esportazioni, che non hanno a che fare con il petrolio, dal 16% al 50%. Il governo saudita sta investendo davvero tanto nella costruzione di nuove città economiche come Hail, Medina, Rabigh e Jazan.
Piccoli insediamenti rivieraschi, un tempo orientati alla pesca e ad altre attività commerciali a dimensione familiare, stanno vivendo una piena trasformazione al fine di renderli attrattori per gli investitori di tutto il mondo. Il porto di Jazan permetterà ai beni prodotti in Arabia Saudita di avere un facile accesso al mercato globale e ponendosi tra Europa e Container porto grandeAsia, sulla strada per Suez, potrà diventare un polo logistico di primaria importanza. Inoltre la Gammon Group, importante colosso indiano dell’ingegneria civile, ha investito c.a. 20 miliardi proprio su Jazan e sul suo ruolo di economic city.
Altra importante città è la King Abdullah economic city, sul suo porto è stato investito parecchio denaro ed è in fase di ampliamento passando dalla capacità di accogliere due milioni di TEU nel 2014 ai 3 milioni del 2015. Inoltre è prevista la costruzione di ormeggi roll-on/roll-off.
I due paesi più importanti della regione stanno quindi lavorando a ritmo serrato per aumentare la loro importanza logistica, sviluppando le loro economie in modo che esse non siano dipendenti solo da un settore. La strada intrapresa permette di intravedere per loro un ruolo molto importante nel logistica internazionale.