Argentina. Dopo 13 anni il paese è ancora in bancarotta, il governo però nega

di Giacomo Dolzani –

argentina_default_grandeDopo la bancarotta del 2001, dalle 6 di questa mattina (ora italiana), si ripete per l’Argentina l’incubo del default; dopo solo 13 anni le casse statali di Buenos Aires collassano nuovamente.
Non è infatti stato raggiunto un accordo con gli hedge found e gli altri investitori che avevano acquistato titoli di stato del paese sudamericano e che, alla scadenza, richiedevano che i loro soldi fossero restituiti, cosa che il governo argentino non ha fatto, spingendo questi a fare causa all’esecutivo, vincendola.
Il governo della presidente Kristina Fernandez de Kirchner si ostina ancora a negare il fallimento affermando, tramite Axel Kicillof, ministro dell’Economia, che “l’argentina ha pagato ma che i fondi sono stati bloccati”, accusando poi il giudice Thomas Griesa, che ha emesso la condanna contro Buenos Aires, di aver preso una “decisione irresponsabile, senza aver capito la reale complessità della situazione, andando al di là della sua giurisdizione”.
Fallita è anche la proposta, fatta alle banche argentine, di acquistare loro i bond, in modo che lo stato potesse restituire la somma investita agli hedge fund ma, secondo Kicillof, le trattative sarebbero ancora in corso e, a suo dire, “quando ci sono ancora possibilità di trovare una soluzione non si può parlare di default”, dirigendo il suo attacco anche contro agenzie di rating, in particolare nei confronti di Standard and Poor’s, definita “poco credibile” dal ministro dopo che, ancora durante le trattative, aveva ridotto la valutazione di affidabilità del paese a CCC-.
Secondo quanto affermato da Kicillof, i fondi speculativi avrebbero avanzato a Buenos Aires “proposte inaccettabili”, spingendo il ministro ad affermare che “l’Argentina non può sottostare a ricatti ed estorsioni” e, cercando di rassicurare il suo popolo, che già una volta ha subito le vessazioni post bancarotta, ha terminato con un: “state calmi, domani è un altro giorno e il mondo continua a girare. La vita va avanti anche senza un accordo sul debito ”.

Twitter: @giacomodolzani