Ebola. È allarme nell’Africa. Ma il pericolo endemico rimane sovrastimato

di Enrico Oliari

ebolaIl presidente della Sierra Leone, Ernest Bai Koroma, ha annunciato la proclamazione dello stato d’emergenza nel paese a causa del pericolo di diffusione del virus Ebola, motivo per cui ha cancellato il suo viaggio al vertice Usa-Africa previsto a Washington dal 4 al 6 agosto.
Intervenendo alla tv di Stato, Koroma ha dichiarato che “Sfide straordinarie richiedono misure straordinarie, quindi proclamo lo stato di emergenza pubblica in modo da riuscire a far fronte meglio all’emergenza ebola”.
Al momento si parla di 1.201 persone contagiate nell’Africa occidentale a partire dal marzo scorso, quando è stato lanciato l’allarme, delle quali 672 morte.
Martedì il governo di Monrovia ha disposto la chiusura delle frontiere per contenere la diffusione di ebola nel Paese, compreso il valico di Bo Waterside, che unisce il Paese con la Sierra Leone. Ha quindi posto in quarantena il personale sanitario e ha decretato la chiusura delle scuole.
Per il momento rimarranno aperti solo gli scali aerei, posti comunque sotto lo stretto controllo delle autorità sanitarie.
Si tratta di un virus della famiglia Filoviridae e dei ceppi sembra che solo il Reston sia aereo. I sintomi sono a decorso rapido, anche di poche ore, e presentano nausea, vomito, febbre emorragica, emorragie esterne e interne: il tasso di mortalità fra gli individui colpiti si aggira fra il 50 e il 90%.
Lo scienziato belga Peter Piot, scopritore nel 1976 del virus, ha comunque affermato che è improbabile che l’epidemia del virus si propaghi in maniera esponenziale al di fuori della regione, reputando “negativo” il panico che si sta diffondendo, come pure la mancanza di fiducia nelle autorità sanitarie dei paesi interessati.
Piot, che oggi dirige la prestigiosa London School of Hygiene and Tropical Medicine, ha informato di non essere “preoccupato dell’ipotesi che si possa diffondere tra la popolazione, qui. Ne’ mi preoccuperei se qualcuno con l’ebola mi sedesse accanto in metro, a meno che non mi vomiti addosso o qualcosa di simile. E’ un’infezione che ha bisogno di un contatto molto stretto”.
Resta quindi ingiustificato l’allarme lanciato da alcuni partiti o gruppi xenofobi che vedono nell’arrivo in Europa dei clandestini la possibilità di diffusione del virus: generalmente il viaggio dei migranti dura parecchie settimane se non mesi, mentre il virus dell’ebola colpisce e uccide in poche ore.
Al contrario la malaria colpisce 500 milioni di persone ogni anno e causa un milione di decessi, mentre i soggetti aggrediti dalla tubercolosi sono 8 milioni, con 2 milioni di decessi all’anno.