Argentina. Il presidente Fernandez vuole tassare chi guadagna con la guerra

di Paolo Menchi

L’Argentina non sta vivendo da tempo un momento favorevole dal punto di vista economico e sociale, acuito, come in tutto il mondo, dagli effetti della pandemia.
Per far fronte al generalizzato aumento della povertà il governo ha promesso interventi sociali per attenuarne gli effetti, ma si trova di fronte al problema di recuperare risorse finanziarie per sostenere questi programmi destinati soprattutto alle famiglie più povere.
Proprio con l’obiettivo di raccogliere risorse, il presidente Fernandez ha presentato in parlamento una proposta di legge per imporre un’imposta addizionale sul reddito del 15%, da applicarsi a quelle aziende che hanno avuto profitti extra superiori al miliardo di pesos (circa otto milioni di dollari).
Vista la congiuntura internazionale le aziende che rientrerebbero in questa fascia sono quelle che commerciano in idrocarburi e prodotti alimentari il cui prezzo è lievitato dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.
L’obiettivo è quello di incassare poco meno di due milioni di dollari che sarebbe una boccata di ossigeno anche per il debito pubblico.
Il progetto è stato presentato con molta enfasi ed anche con una certa retorica denunciando il fatto che, mentre milioni di persone sono colpite più o meno duramente dagli effetti della guerra, pochi altri soggetti ricavano dalla tragedia profitti esorbitanti.
È stato anche chiarito che la tassazione non verrà applicata se i maggiori profitti derivano da un incremento della produttività o da politiche di investimento, ma solo nel caso di aumento del prezzo dei prodotti e inoltre il margine di guadagno deve essere superiore al 10% in termini reali e deve essere anche maggiore del 20% rispetto al 2021.
Dal punto di vista politico la proposta ha il lato positivo di aver riavvicinato il principale alleato di governo, guidato dalla vicepresidente Cristina Fernandez Kirchner, visti i rapporti sempre tesi che hanno spesso minacciato la stabilità del governo.
Non sarà facile far approvare la legge in un parlamento in cui il governo ha la minoranza, anche perché, secondo alcuni economisti, l’Argentina per far fronte al debito con il Fondo Mondiale Internazionale deve pensare a ridurre le spese, piuttosto che ad aumentare le entrate tramite le tasse, già ritenute troppo alte dall’associazione degli imprenditori argentini che hanno certamente chi saprà far valere le loro ragioni in parlamento.