Azerbaijan. Il potere di Ilham Aliyev tra elezioni legislative e politiche energetiche

di Alberto Galvi –

Un’elezione molto importante da seguire per noi europei è stata sicuramente quella dell’Azerbaijan, un paese che ha un ruolo di alternativa alla Russia nella fornitura di petrolio e gas per il vecchio continente. In Azerbaijan i membri del parlamento sono eletti a maggioranza semplice e le elezioni sono regolate dalla Costituzione e dal Codice elettorale.
Il partito del presidente Ilham Aliyev il YAP (New Azerbaijan Party) ha ottenuto 65 dei 125 seggi del Parlamento unicamerale, mentre gli altri seggi sono stati conquistati da una miriade di piccoli partiti e indipendenti fedeli al governo come il CSP (Civil Solidarity Party), MP ( Motherland Party), CU (Civil Unity), CUP (Civic Unity Party), NRP (National Renaissance Party), SDP (Social Democratic Party), SPP (Social Prosperity Party), WAPF (Whole Azerbaijan Popular Front), DE (Democratic Enlightenment), DR (Democratic Reforms) e GUP ( Great Undertaking Party).
La famiglia Aliyev governa l’Azerbaijan da quando Heydar Aliyev ha preso il potere nel 1993. Suo figlio Ilham gli successe mesi prima della sua morte nel 2003, vincendo pio le elezioni nel 2008, 2013 e 2018.
Per consolidare il suo potere Ilham Aliyev ha poi indetto 2 referendum separati con cui ha eliminato il limite presidenziale dei 2 mandati e ha prolungato il mandato presidenziale a 7 invece che a 5 anni.  Inoltre ha nominato nel 2017 come primo vicepresidente, che è la seconda carica più importante del paese, sua moglie Mehriban.
In questa tornata elettorale le elezioni sono state contrassegnate da limitazioni alla libertà da parte del governo in carica, per aver messo a tacere i dissidenti e gli avversari politici. Inoltre I critici affermano che Aliyev e i suoi alleati stanno cercando un modo per garantire all’attuale presidente in carica una linea di successione iniziata con suo padre.
Il presidente Ilham Aliyev ha convocato le elezioni legislative a dicembre, 9 mesi prima della scadenza ufficiale per consolidare il suo potere e accelerare le riforme economiche sostituendo il vecchio establishment del partito, fortemente legato a suo padre con una nuova generazione di classe dirigente.
Le riforme economiche sono necessarie al paese dopo il calo del prezzo del petrolio iniziato nel 2014, in quanto l’elevata crescita economica dell’Azerbaijan è dipeso dall’aumento delle esportazioni energetiche.
Gli accordi con i grandi produttori internazionali di energia hanno permesso al paese di utilizzare i propri ricavi energetici per creare un fondo gestito dal governo coinvolto in progetti internazionali come il gasdotto Baku-Tbilisi-Ceyhan, il Baku-Novorossijsk e i gasdotti Baku-Supsa, che rimangono il principale motore economico del paese.
La crisi economica ha portato anche al fallimento delle sue banche, spingendo il manat, la valuta azera, a valere 1/3 del dollaro. Solo da poco tempo Il settore bancario ha però iniziato a riprendersi.
Grazie alla sua politica energetica, la politica estera azera si focalizza tra Europa, Russia e Iran però senza essere allineata a nessun gruppo regionale come l’Unione europea o l’Unione economica eurasiatica.
La crescita economica è attesa in Azerbaijan nel 2020, e ammonterà intorno al 3% per la prima volta dopo 5 anni.