Bielorussia. Tikhanovskaya, ‘pronti a mediare con Lukashenko’

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“Negoziare è l’unico modo per uscire pacificamente dalla crisi e il dialogo dovrebbe avvenire tra la società civile bielorussa e il regime di Lukashenko, per questo ci siamo proposti come mediatori. Ma attori come Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Unione europea dovrebbero unirsi per la Bielorussia, perchè uniti si è più forti”. Lo ha detto in una conferenza stampa a Roma seguita a vari incontri con le istituzioni italiane, Svetlana Tikhanovskaya, leader dell’opposizione in Bielorussia.
Tikhanovskaya ha ricordato che da quando sono iniziate le proteste anti-governative seguite alle elezioni, ad agosto, 35mila persone sono state arrestate, 3mila sono state incriminate e ora sono sottoposte a processo e 357 sono imprigionate per reati politici. “Ma i numeri sono destinati a crescere”, avverte l’oppositrice che, invocando la liberazione dei detenuti di coscienza, aggiunge “Non hanno fatto niente di male, e le loro condizioni in carcere sono terribili; vivono in celle fatiscenti, non ci sono cuscini ne’ carta igienica, il cibo non è sufficiente, e non hanno accesso ai bagni e all’ora d’aria. Le persone subiscono abusi sessuali, soprattutto le donne. Vengono picchiati spesso e non possono comparire davanti ai giudici a processo perchè hanno il volto tumefatto”. In molti entrerebbero in sciopero della fame per contestare queste condizioni: “Un uomo ha resistito per oltre 40 giorni, poi lo hanno convinto a interromperlo perchè rischiava di morire e lasciare orfano il bambino piccolo”. E questa politica, secondo Tikhanovskaya, “viene attuata in modo deliberato per denigrare le persone”.