Birmania. Conferenza interetnica. E Aung San Suu Kyi “dimentica” i Rohingya

di Enrico Oliari

donne conferenza panglongHa preso il via ieri a Panglong la 21ma Conferenza delle minoranze etniche e dei gruppi armati separatisti, occasione con cui la leader politica e Nobel per la pace Aung San Suu Kyi spera di contribuire a portare l’unità e la pace nel paese. All’incontro prendono parte, oltre agli esponenti del governo e dei militari, i rappresentanti delle 135 minoranze etniche riconosciute e di 17 gruppi separatisti su 20.
Per l’occasione è giunto anche il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, il quale ha discusso con Aung San Suu Kyi e con il generale Min Aung Hlaing, capo delle Forze armate con il quale la pasionaria è riuscita a costruire un’intesa, della minoranza etnica dei Rohingya, non presenti alla cinque giorni di incontri di Panglong, per quanto si tratti di un milione di persone.
I Rohingya sono una minoranza etnica di fede islamica, perseguitati in Birmania soprattutto dai monaci buddisti i quali sono arrivati addirittura alla mattanza (decine di morti in un solo giorno) e comunque, con le loro proteste, al sequestro dei documenti per privarli del diritto di voto. Costretti alla fuga dalle loro case o a vivere in campi per sfollati, in diversi Rohingya hanno cercato ospitalità nei paesi vicini tra i quali la Malesia e la Thailandia, ma in più occasioni le loro barche sono state respinti.
Nel 2012 Aung San Suu Kyi si era riferita al dramma dei Rohingya come a una “tragedia nazionale”, ma oggi che ha il potere la stessa non li ha invitati alla conferenza di Panglong.
Dopo anni di dittatura miliare, quindi maschile, le donne di diverse etnie hanno alzato la testa ed hanno preso parte alla conferenza per reclamare una maggiore emancipazione: Nan Khin Htwe Myint, primo ministro dello stato Karen, ha detto che “Le donne devono poter prendere decisioni, stabilire obiettivi da sole, devono affermarsi”, e che “Abbiamo tante opportunità oggi, non ci sono più le restrizioni di un tempo, quindi noi donne dobbiamo provarci”.
Naw Zippoah Sein, vicepresidente dell’Unione nazionale Karen, ha notato che anche oggi “Ci sono poche donne in tutte le organizzazioni: ci sono ancora tanti pregiudizi e difficoltà da superare, soprattutto per quanto riguarda le minoranze etniche”.

Conferenza panglong fuori