BIRMANIA. Violenze anti-Islam, condannati oltre 20 buddisti

Ansa –

rohingyaOltre 20 birmani buddisti sono stati condannati tra ieri e mercoledì a pene dai due ai 15 anni di reclusione per aver partecipato alle violenze dello scorso marzo a Meikthila, dove scontri interreligiosi causarono almeno 44 morti in larga parte musulmani. Lo hanno riferito alcuni avvocati degli imputati. Le condanne, relative ad accuse di omicidio, aggressione, furto e incendio doloso, arrivano dopo una serie di verdetti che finora avevano portato a pene pesanti – fino all’ergastolo – contro 14 musulmani, nonostante la minoranza sia quella che ha pagato il prezzo più alto in termini di vittime di quegli scontri. La sensazione di ingiustizia provata dai musulmani sarà però con ogni probabilità solo parzialmente alleviata, date le punizioni minori ricevute dai buddisti. Oltre ai 44 morti del bilancio ufficiale di Meikthila – che secondo molti osservatori potrebbero essere molti di più – nell’ultimo anno almeno 250 persone sono state uccise in Birmania in scontri tra la maggioranza buddista e la minoranza musulmana, che rappresenta almeno il 5 per cento della popolazione. In particolare, la maggior parte delle vittime sono musulmani di etnia Rohingya, una minoranza apolide e largamente discriminata nella zona di confine con il Bangladesh. Le violenze hanno evidenziato la celere diffusione di un condiviso sentimento nazionalista anti-musulmano, alimentato dal timore di fronte alla crescita demografica della minoranza.