Bolivia. La stabilità politica di Morales attrae gli investimenti di Cina, Russia e Iran

di Alberto Galvi –

In seguito alla crisi venezuelana e al rischio per il presidente Maduro di perdere il potere, la Bolivia di Evo Morales è diventata il paese più stabile politicamente dell’America Latina, ricco di minerali. Per questa ragione Russia, Cina e Iran stanno intensificando i rapporti diplomatici e commerciali con il paese andino.
Il presidente Evo Morales si sta inoltre dirigendo verso una nuova rielezione nonostante la costituzione boliviana glielo impedisca grazie ad un referendum. Il leader del MAS (Movimiento Al Socialismo) ha potuto re-interpretare la Costituzione grazie all’ausilio del TSE (Tribunal Supremo Electoral) che gli ha consentito di candidarsi alle elezioni dando così una garanzia di continuità ai suoi partner internazionali.
Fondamentale nei rapporti con Russia, Cina e Iran è stata per la Bolivia la sua appartenenza all’ALBA (Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América). L’ALBA è stata fondata nel 2004 dal venezuelano Chávez, attraverso un trattato firmato tra Cuba e Venezuela, a cui poi si sono aggiunti altri paesi tra cui la Bolivia.
I nuovi accordi tra Bolivia Cina, Russia e Iran sono soprattutto di natura commerciale. Gli accordi precedenti perpetrati dai vecchi leader dell’ALBA come il venezuelano Chávez, il cubano Fidel Castro, l’ecuadoriano Rafael Correa e il boliviano Evo Morales erano invece basati sull’antiamericanismo e sui rapporti commerciali nel campo della difesa e in quello energetico.
L’Intesa come quella tra l’Iran di Ahmadinejad e il Venezuela di Chávez o tra la Cuba dei fratelli Castro con la Russia di Putin erano improntati in modo diverso rispetto a quelli siglati dai nuovi leader. I nuovi accordi tra questi paesi sono basati soprattutto su base commerciale includendo una vasta gamma di prodotti.
La Cina è diventata nell’ultimo decennio uno dei principali partner economici della Bolivia con dozzine di società cinesi che lavorano nel paese andino in diversi progetti infrastrutturali e industriali. La Cina è invece già il partner commerciale di Argentina, Brasile e Perù e la prima destinazione delle esportazioni di Brasile, Cile, Cuba, Perù e Uruguay.
I governi di entrambi i paesi hanno firmato accordi per l’esportazione di prodotti boliviani come quinoa, caffè e soia, e lo scorso aprile la Bolivia ha firmato l’accordo per l’esportazione di carne bovina. La Bolivia aderisce inoltre alla politica della Cina unica, risponde attivamente alla Belt and Road Initiative, in modo da rafforzare la cooperazione tra Cina e America Latina.
Nel 2018 durante la sua visita in Russia, Evo Morales ha firmato 2 accordi con le compagnie russe Gazprom, leader mondiale nel campo energetico e la compagnia leader dei fertilizzanti minerali, Acron. Il primo accordo tra i 2 paesi fu firmato il 26 luglio del 1996, sulla base delle relazioni tra la Federazione Russa e la Bolivia. Il presidente Evo Morales, al potere dal 2006, è diventato il primo presidente della Bolivia a visitare la Russia. Il suo primo viaggio a Mosca ebbe luogo il 16 febbraio 2009.
La Bolivia e l’Iran sono stati alleati dal 2007, da quando Ahmadinejad e Chávez annunciarono la nascita di un asse tra Iran e Venezuela volto al contrasto degli Stati Uniti. Nel 2007 Bolivia e Iran hanno firmato più di una dozzina di accordi in materia di estrazione mineraria, cooperazione industriale, salute, difesa e ricerca. La Bolivia ha espresso recentemente l’intenzione di acquisire droni sviluppati dall’Iran per utilizzarli nella lotta al contrabbando di frontiera, in particolare con il Cile.
Il paese andino ha firmato negli ultimi 3 anni almeno 6 accordi di cooperazione militare con paesi come Russia, Cina, Cuba, Argentina, India e Bielorussia, accordi che sono stati criticati perché il paese ha più bisogno di ospedali per le cure mediche che delle armi. Il presidente Morales nel suo recente viaggio in Russia ha dimostrato interesse invece verso l’acquisto di elicotteri militari.
Per 2 anni la Bolivia ha avuto il seggio non permanente all’UN (United Nations) fino alla fine del 2018. In quella sede si è opposta alle politiche statunitensi in Siria e ha condannato Israele per le politiche contro i palestinesi.  Morales non è preoccupato per il forte legame con l’Iran anche se i principali paesi dell’America Latina come Brasile, Paraguay, Colombia, Cile e Argentina  cercano di contenere la presenza nei loro paesi dell’organizzazione terroristica Hezbollah, il maggior alleato dell’Iran in Medio Oriente.
Nelle organizzazioni multilaterali il paese andino vota sempre all’unisono con Venezuela e Cuba. La Bolivia insieme a Cuba è l’unico paese del Sudamerica che è rimasto vicino al governo di Nicolás Maduro contro gli Stati Uniti e gli altri paesi membri del Gruppo di Lima.
In politica estera il presidente boliviano Evo Morales considera partner strategici la Russia e la Cina e come garanzia di freno per le intenzioni statunitensi di un intervento armato nel suo paese o in un qualsiasi altro stato dell’America Latina.
Per la Bolivia la situazione è complicata all’interno delle organizzazioni regionali dell’America Latina. L’UNASUR (Unión de Naciones Suramericanas) è stata fondata dall’ex presidente venezuelano Chávez e dall’ex presidente brasiliano Lula ed è fortemente ideologizzata in chiave antiamericana.
In seguito ai cambiamenti politici degli ultimi 2 anni in America Latina, l’UNASUR verrà presto sostituita da una nuova organizzazione regionale, il Prosur (Foro para el Progreso de América del Sur​​). Questa nuova organizzazione è stata fondata dai presidenti conservatori del Cile, Sebastian Piñera e della Colombia, Iván Doque. La Bolivia è stata isolata dal Prosur per questioni ideologiche e per il suo appoggio al Venezuela di Maduro.
La Bolivia rappresenta per l’Iran, la Cina e la Russia un punto fermo nella regione dopo che negli ultimi 2 anni la maggior parte dei paesi latinoamericani ha cambiato leader come è successo in Brasile Cile Argentina ed Ecuador in cui l’unico leader sopravvissuto a questa tempesta politica è proprio Morales.