Brasile. I sostenitori di Bolsonaro assaltano Congresso, Corte suprema e palazzo presidenziale a Brasilia

di Alberto Galvi

I sostenitori dell’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro hanno preso con la forza, per circa quattro ore, il Congresso, la Corte suprema e il palazzo presidenziale nella capitale Brasilia. I manifestanti hanno aggirato le barricate di sicurezza, sono saliti sul tetto dell’edificio del Congresso, hanno rotto le finestre, dispiegando uno striscione con un apparente appello all’esercito brasiliano, e hanno invaso le tre sedi, che sono collegate dalla vasta Plaza de los Tres Poderes nella capitale Brasilia. Alcuni chiedono un intervento militare per riportare Bolsonaro al potere.
Le forze di sicurezza hanno usato gas lacrimogeni nel tentativo di respingere i manifestanti. Si stima che circa 3mila persone siano state coinvolte nell’incidente. Gli arredi dei palazzi sono stati distrutti e gettati dalle finestre in strada, anche se le autorità non hanno ancora potuto fare una valutazione degli ingenti danni causati dalla folla. L’assedio arriva appena una settimana dopo l’insediamento del rivale di sinistra di Bolsonaro, il presidente Luiz Inácio Lula da Silva. In risposta all’assedio, Lula ha dichiarato un intervento di sicurezza federale a Brasilia. L’intervento federale a Brasilia durerà fino al 31 gennaio.
L’ex presidente Bolsonaro, che si è recato negli Stati Uniti prima dell’insediamento di Lula, ha preso la parola dopo più di sette ore dai violenti attacchi ai palazzi governativi di Brasilia, deprecando gli incidenti accaduti.
Anche Lula era lontano dalla capitale, in viaggio ufficiale nello Stato di San Paolo. Lula ha detto che Bolsonaro ha incoraggiato la rivolta.
I sostenitori di Bolsonaro hanno protestato contro la vittoria elettorale di Lula del 30 ottobre, bloccando strade, incendiando veicoli e radunandosi davanti agli edifici militari, chiedendo alle forze armate di intervenire. Molti credevano che i risultati delle elezioni fossero fraudolenti o inaffidabili. Bolsonaro ha messo in dubbio l’affidabilità del sistema di voto elettronico del paese, ma senza alcuna prova. I risultati sono stati riconosciuti dai politici di tutto l’arco istituzionale, così come da dozzine di governi stranieri.
L’assalto ai palazzi del potere in Brasile ha ricordato quello del 6 gennaio al Campidoglio negli Stati Uniti da parte dei sostenitori dell’ex presidente Donald Trump. A differenza degli eventi del 2021 negli Stati Uniti, è possibile che ci fosse poco personale al Congresso e alla Corte suprema federale perché era domenica.