Brasile. Raggiunto accordo a Belem tra i leader dell’Amazzonia volto a proteggere e preservare la regione

di Alberto Galvi

I leader e i ministri di otto nazioni dell’Amazzonia, membri dell’ACTO (Organizzazione del trattato di cooperazione amazzonica), hanno raggiunto un accordo in un vertice di due giorni nella città brasiliana di Belem, e firmato una dichiarazione su un’ampia serie di principi volti a proteggere e preservare la regione. Il leader colombiano Petro ha anche invitato le nazioni ricche a cancellare il debito delle nazioni amazzoniche in cambio di azioni per combattere il cambiamento climatico.
Lo svolgimento di questo vertice era una delle promesse della campagna elettorale del presidente Lula dello scorso anno contro il cambiamento climatico, dopo un periodo di crescente distruzione in Amazzonia sotto il suo predecessore Jair Bolsonaro. In questo vertice le nazioni si sono impegnate a cooperare per reprimere le attività illegali che stanno contribuendo alla deforestazione dell’Amazzonia, promuovendo lo sviluppo sostenibile e garantire i diritti delle popolazioni indigene della foresta pluviale.
Inoltre il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva si è appellato agli altri partecipanti del vertice per porre fine alla deforestazione illegale entro il 2030, così come l’appello del presidente colombiano Gustavo Petro a interrompere le esplorazioni petrolifere in Amazzonia. La richiesta di Petro ha messo il presidente Lula in una posizione scomoda, poiché la compagnia petrolifera statale del Brasile Petrobras ha cercato di stabilire nuove piattaforme di trivellazione alla foce del Rio delle Amazzoni.
L’ACTO comprende Bolivia, Colombia, Ecuador, Guyana, Perù, Suriname, Venezuela e Brasile. Il vertice è il primo che ha luogo dalla sua fondazione nel 2009, ma più del 10 percento della foresta pluviale è andato perduto negli ultimi decenni a causa dell’allevamento di bestiame non regolamentato, dell’estrazione e del disboscamento illegali e delle trivellazioni petrolifere.
Gran parte della perdita è in Brasile, che ospita i due terzi della foresta pluviale.
Diversi gruppi ambientalisti hanno descritto la dichiarazione come una raccolta di buone intenzioni con pochi obiettivi, mentre altri ne hanno lodato gli scopi, come nel caso dell’organizzazione dei gruppi indigeni dell’Amazzonia, che ne ha celebrato l’inclusione di due delle sue principali richieste.
L’incontro è stato anche una sorta di prova generale per i colloqui sul clima delle Nazioni Unite COP30, che si terranno a Belem nel 2025.