Brexit. Sturgeon insiste con il referendum di secessione della Scozia

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Dovrebbe mancare poco alla consegna da parte del governo di Theresa May all’Ue della lettera di dissociazione della Gran Bretagna dalla Casa comune, cosa che attiverà l’articolo 50 del Trattato di Lisbona e che gradualmente, nell’arco di 2 anni, porterà alla definitiva Brexit.
Oggi Margaritis Schinas, portavoce capo della Commissione Ue, ha fatto sapere che Bruxelles è pronta “a lanciare i negoziati” e che “Il passo successivo sarà l’adozione delle linea guida per i negoziati al summit Ue, dopodiché la Commissione adotterà le raccomandazioni (per le trattative), immediatamente. A questo punto il Consiglio autorizzerà l’inizio dei negoziati, dando il mandato a Michel Barnier”, incaricato dall’Ue come capo negoziatore.
Tra i punti da discutere vi sono i 70 miliardi che Jean-Claude Juncker conta di incassare, poiché, come ha recentemente dichiarato il capo della Commissione, “lasciare l’Ue ha un costo”, soldi che May non intende versare.
Ma le gatte da pelare per May arrivano anche dall’interno, con la premier scozzese Nicola Sturgeon che è tonata ad annunciare l’intenzione di indire un nuovo referendum secessionista della Scozia, che invece vuole rimanere nell’Ue.
May ha già fatto sapere di non voler autorizzare nessun referendum, ne basta “uno per generazione”, ma Sturgeon ha già indicato un periodo utile per la consultazione, tra l’autunno del 2018 e la primavera del 2019.
Un uguale referendum, tenutosi nel 2014, era fallito, ma Sturgeon ha ravvisato che da allora “sono mutate le circostanze” proprio a causa della Brexit.
Soluzione intermedie, come la partecipazione al Mercato unico, sono state messe da parte, per cui la “hard Brexit” che si sta profilando appare come un rischio per Sturgeon, convinta che è la Scozia a dover “scegliere per il suo futuro” prima che sia troppo tardi.
La premier scozzese ha fatto suo un dato degli analisti secondo cui l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue potrebbe costare alla Scozia tra l’1,7 e gli 11,2 miliardi di sterline l’anno, da qui al 2030.