Centrafrica. In attesa dei risultati elettorali continuano le violenze jihadiste

di Alberto Galvi

Nella RCA (République Centrafricaine) i risultati definitivi del primo turno non sono attesi prima del 18 gennaio, e se non ci sarà un vincitore assoluto il 14 febbraio si terrà un ballottaggio. Si dice che Touadera abbia vinto il voto del 27 dicembre, ma i gruppi di opposizione hanno chiesto l’annullamento parziale della tornata elettorale perché le votazioni si sono svolte solo in una parte del Paese.
L’esercito del presidente Faustin-Archange Touadera, con l’aiuto delle truppe russe e ruandesi e le forze di sicurezza delle Nazioni Unite, ha respinto gli attacchi dei ribelli che hanno attaccato Bangui, la capitale della RCA, in un’escalation di violenze verificatesi dopo le elezioni presidenziali del mese scorso.
Gli attacchi degli ultimi giorni hanno rappresentato l’offensiva più vicina alla capitale da quando Touadera ha dichiarato la vittoria il 27 dicembre, mentre gli attacchi precedenti effettuati dai ribelli sono stati sporadici e lontani dalla capitale, contrastati con facilità dalle truppe governative e dalla forza di pace delle Nazioni Unite, la MINUSCA (United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in the Central African Republic). Il gruppo ribelle della CPC (Coalition of Patriots for Change) è arrivato a 9 chilometri dalla capitale.
Le origini della CPC risalgono alle insurrezioni degli anni 2000 e molti ribelli hanno partecipato alla guerra civile scoppiata nel 2013, unendosi alla cosiddetta coalizione jihadista Seleka contro milizie cristiane e animiste anti-Balaka; gli scontri hanno provocato migliaia di morti e portato alla caduta dell’allora presidente François Bozizé.
La Francia ha dato il suo sostegno a Touadera, respingendo le affermazioni secondo cui le elezioni fossero fraudolente.
La violenza tra gruppi armati ha provocato lo sfollamento di quasi 700mila persone all’interno della RCA e ne ha costrette oltre 600mila a fuggire all’estero, la maggior parte dei Paesi vicini come la Repubblica Democratica del Congo, il Camerun e il Ciad.
Da quando la RCA ha ottenuto l’indipendenza dalla Francia nel 1960, il Paese ha avuto cinque colpi di Stato e numerose ribellioni nonostante gli accordi di pace, gli embarghi sulle armi e le sanzioni contro i leader delle varie milizie.