Cina. I “villaggi cancro”

di Guido Keller –

Si fa presto a fare pil e crescita esponenziale sulle spalle dei lavoratori e sulla pelle dei cittadini: è quanto sta accadendo nella Cina del ‘miracolo economico’ (in realtà anche lì vi sono segni di recessione), dove ormai si susseguono gli scioperi dei lavoratori sottopagati, costretti anche a cinque ore al giorno di straordinari gratis, senza tutele e senza diritti, maternità e malattia compresi.
Anche l’inquinamento è un problema piuttosto consistente in Cina, tant’è che nei gironi scorsi a Pechino sono state chiuse le autostrade e persino proibiti i fuochi d’artificio, in una megalopoli di oltre 20 milioni di abitanti coperta per intere giornate da una coltre di smog impressionante.
E poi ancora terreni inquinati, fabbriche senza depuratori, alimenti arricchiti con metalli tossici, acque avvelenate: si susseguono ormai all’ordine del giorno le notizie che danno intere aree, in un paese sovrappopolato, rese ormai inutilizzabili per via dell’inquinamento ambientale, cosa che ha portato anche a manifestazioni di protesta di ogni ordine e grado.
Oggi, poi, il ministero dell’Ambiente cinese ha riconosciuto l’esistenza dei cosiddetti “villaggi cancro”, nonostante le informazioni girassero ormai da decenni: si tratta di centri urbani in cui il numero di persone colpite da malattie gravi come il cancro è fortemente al di sopra della media per via, come si legge nella nota emanata dal ministero, delle “materie chimiche tossiche e nocive che hanno provocato numerose situazioni di emergenza idrica e atmosferica”.
Mai l’espressione “villaggi cancro” era stata utilizzata dalle autorità cinesi, anche perché l’unico partito, il Partito comunista cinese, controlla in modo quasi ossessivo ogni parola che circola, sia essa proveniente da fonti ufficiali o meno.
E così un grande numero di metropoli cinesi sono annoverate tra le città più inquinate del pianeta, anche se i problemi non riguardano solo le grandi città; l’espressione “villaggi cancro” è stata coniata da un giornalista cinese che per primo, nel 2009, aveva steso la mappatura delle aree urbane più inquinate: il governo cinese ha così riconosciuto che in Cina vengono utilizzate sostanze tossiche e nocive che nei paesi sviluppati sono messe al bando.