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Da Berlino, dove si trova in visita ufficiale, il presidente cinese Xi Jinping è tornato sulla visita del primo ministro giapponese Shinzo Abe al santuario Yasukuni Shirne, avvenuta lo scorso dicembre, tempio dove è custodito il Libro delle anime di quasi 2,5 mln di caduti, tra i quali 14 criminali di guerra di Classe A (crimini contro la Pace) e 1.068 condannati per crimini di guerra, coinvolti anche in massacri durante l’occupazione della penisola coreana e della Cina.
La stoccata va sicuramente collocata nei quadro dei dissidi fra le due nazioni dovuti alla contesa sulle isole Senkaku, nel Mar Cinese Meridionale, disabitate ma ricche di gas e dalle acque pescose.
Recentemente la Cina ha dichiarato unilateralmente come di propria competenza di sicurezza lo spazio aereo sopra le isole, fatto al quale è seguito il sorvolo di B-52 statunitensi e di caccia giapponesi. Le isole sono contese anche da altre nazioni, fra le quali la Corea del Sud e Taiwan.
Nonostante la palese polemica dovuta al momento e al luogo, il presidente cinese ha affermato che “Noi cinesi abbiamo a lungo creduto che non avremmo fatto ad altri ciò non non vorremmo fosse fatto a noi…la Cina ha bisogno di pace come gli esseri umani hanno bisogno di aria e le piante di acqua”.
