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Ormai non fa notizia il settimanale lancio di missili da parte del regime nordcoreano. Siamo infatti al settimo sparo di due missili a corto raggio verso il Mar del Giappone, una prova di forza del presidente Kim Jong-un che avviene mentre sono in corso le esercitazioni militari congiunte Usa – Corea del Sud al di sotto del 38mo parallelo, ma anche in prossimità dell’apertura del G7 francese.
Il presidente Usa Donald Trump ha ironicamente twittato che “A Kim piace testare i missili”, pur ammettendo che dai colloqui con il leader nordcoreano non è stato posto lo stop ai lanci di vettori a corto raggio.
Nei giorni scorsi da Pyongyang si è fatto tuttavia notare che mentre il presidente sudcoreano Mon Jae-in “continua a parlare di pace e di riunificazione delle due Coree entro il 2045”, il paese da lui guidato sta compiendo esercitazioni che contemplano uno “scenario in cui viene distrutta la maggior parte del nostro esercito in 90 giorni”.
Tali test vanno letti nell’impazienza di trovare una soluzione alle sanzioni che stanno strangolando il paese, ma mentre la Corea del Nord sarebbe disposta a cedere sul proprio programma nucleare a condizione che la denuclearizzazione riguardi l’intera penisola (cosa tra l’altro appoggiata dal russo Vladimir Putin), Trump vorrebbe che a cedere fosse solo la Pyongyang, come pure di continuare a mantenere in Corea del Sud il contingente di 33mila militari nonché armi di ogni genere. Ed ovviamente di proseguire nelle esercitazioni militari congiunte minacciando di fatto la Corea del Nord.
