Cuba. Manifestazioni nella parte orientale dell’isola

di Paolo Menchi –

Nei giorni scorsi centinaia di persone hanno manifestato marciando per le strade di Santiago di Cuba, situata nella parte orientale dell’isola e seconda città del Paese, al grido di “Corriente y comida!“ (Corrente e cibo).
La protesta è stata assolutamente pacifica, iniziata spontaneamente da un gruppo di madri con bambini al seguito, dopo una ulteriore interruzione di energia elettrica che era stata appena ripristinata a seguito di un blackout out di sei ore (dalle 7 alle 13), ma non sono mancati slogan di carattere politico del tipo “¡Libertad!” y “¡Patria y vida“, che hanno ricordato le famose manifestazioni del luglio 2021 represse con numerosi arresti.
La cosa non è sfuggita al presidente Diaz-Canel, che ha bollato parte dei manifestanti come nemici della Rivoluzione con intenti destabilizzatori.
La segretaria provinciale del Partito Comunista Beatriz Johnson è intervenuta alla manifestazione accolta da scetticismo e accusata di dire menzogne, promettendo che questa settimana sarebbero arrivati nei negozi lo zucchero e il riso di marzo, previsti dalla tabella di razionamento ma ancora non consegnati, e latte gratis per cinque giorni.
Le proteste si sono poi allargate ad alcuni centri più piccoli della parte orientale di Cuba.
Per quanto sia difficile individuare la data di inizio della crisi economica che affligge Cuba da decenni, si può identificare l’ultimo triennio come il più grave, anche a causa degli effetti della pandemia sul turismo, prima industria cubana.
Quello che già esisteva da anni, per non dire decenni, si è amplificato esponenzialmente causando forte insofferenza nella popolazione stanca di non riuscire ad ottenere medicinali e i più basici prodotti alimentari e di dover far a meno dell’energia elettrica per molte ore al giorno.