Dopo commemorazioni per Srebrenica serbi ricordano vittime di Zalazje

di Notizie Geopolitiche – 

imageSi sono tenute ieri a Srebrenica le commemorazioni in ricordo delle 7.000 persone uccise nel massacro perpetrato dalle truppe serbo-bosniache, comandate dal generale Ratko Mladic, nella città orientale della Bosnia Erzegovina l’11 luglio del 1995.
Nonostante la protezione che avrebbero dovuto fornire i caschi blu olandesi dispiegati dalle Nazioni Unite nell’area, l’entità dell’attacco serbo impedì ogni reazione da parte delle forze di pace, le quali si limitarono a ritirarsi nel compound di Potocari, situato nei pressi della città, senza opporre alcuna resistenza e consentendo l’uccisione di migliaia di uomini e ragazzi.
L’intento serbo non era infatti quello di commettere un genocidio, bensì l’eliminare tutti coloro che avrebbero potuto combattere con gli eserciti avversari di musulmani e croati. Approfittando della protezione offerta dall’Onu infatti spesso Srebrenica era stata utilizzata come una base di appoggio per sortite contro i villaggi circostanti, abitati da serbi, fatto che scatenò la reazione delle truppe di Mladic.
Nella giornata di oggi, come ormai avviene ogni anno, si è svolta invece la cerimonia in ricordo dei 69 serbi, in gran parte soldati, uccisi nel 1992 nel vicino villaggio di Zalazje dalle forze bosniache nonostante si fossero arresi, deponendo le armi.
Secondo quanto dichiarato da Milos Milovanovic, uno degli esponenti del Comitato per le vittime serbe di Srebrenica, organizzatore della manifestazione, “questo è un giorno importante, in cui commemoriamo tutti i soldati ed i civili morti per la Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina (Republika Srpska)”, sottolineando il fatto che, dopo 24 anni, non è ancora stato individuato un colpevole per questa strage.
Tale fatto è però una costante di questo conflitto, il quale ha visto sconfitti la Serbia e le entità ad essa legate, dove da entrambe le parti sono stati compiuti massacri che hanno portato a migliaia di vittime, ma ben pochi sono stati i criminali musulmani o croati ad essere stati condannati o anche solo processati per aver commesso violenze contro il popolo serbo, denotando una pratica dei due pesi e due misure applicata dal tribunale speciale dell’Aja per vincitori e vinti.