Elezioni in Iran, nuova era? Intanto continuano gli arresti e le persecuzioni, come del curdo Karimi

di Shorsh Surme –

khameneiVenerdì 26 febbraio oltre 33 milioni di cittadini, cioè il 60% dei 55 milioni dei possibili elettori, hanno votato per le elezioni del nuovo Parlamento iraniano e della nuova Assemblea degli esperti, un organismo giuridico-religioso che dovrà nominare la Guida suprema che succederà in caso di morte all’oggi 76enne Ali Khamenei. In realtà si tratterà di un compito arduo, per quanto la scelta sarà de facto compiuta da un gruppo selezionato proveniente dal clero.
Le elezioni parlamentari in Iran si tengono ogni quattro anni, non ci sono partiti veri e propri ma singoli candidati; in quest’occasione erano 6233 per i 290 seggi al Majils .
Va osservato poi che in Iran il Parlamento approva le leggi, ma a valutarne la costituzionalità è il Consiglio dei guardiani, composto da 12 membri, 6 religiosi nominati direttamente dalla Guida suprema e sei giuristi nominati dal capo del potere giudiziario, che a sua volta è nominato dalla Guida suprema.
I primi risultati parziali delle elezioni parlamentari vedono la vittoria dei “riformisti-moderati”, sostenitori del presidente Hassan Rohani, che hanno conquistato tutti e 30 i seggi parlamentari di Teheran.
Mentre in occasione della campagna elettorale l’ayatollah Khamenei aveva esplicitamente chiesto ai cittadini di recarsi alle urne per eleggere “un Parlamento in grado di sconfiggere i complotti statunitensi e occidentali”, a Teheran cera via vai di esponenti politici dell’Unione Europea per siglare i contratti miliardari con l’Iran.
Negli ultimi due mesi tra la firma dell’accordo nucleare e le elezioni sono finiti in carcere indiscriminatamente artisti, giornalisti sgraditi, politici non allineati e soprattutto attivisti per i diritti umani e civili.
Ricordiamo la condanna a 6 anni di carcere e 223 frustate inflitta al regista curdo-iraniano Keyvan Karimi. La sua colpa? Le solite “inimicizia verso Dio”, “propaganda contro il regime” e “relazione illecita” per aver stretto la mano di una donna a cui non era sentimentalmente legato. In realtà dietro l’arresto di Karimi c’è una, come sempre, una ragione politica: Keyvan Karimi è di etnia curda ed un regista socialmente impegnato proprio per i diritti del suo popolo.