EMIRATI ARABI UNITI. ‘L’Iran chiude lo stretto di Homuz? Pronti ad aprire oleodotto’

AnsaMed, 9 gen 12 –

di Alessandra Antonelli – Risposta alla crescente tensione nelle acque del Golfo o mera coincidenza temporale, l’oleodotto che consentirà il trasporto del greggio emiratino senza passare per lo stretto di Hormuz – che l’Iran sta sempre più frequentemente minacciando di chiudere – sarà collaudato entro un mese ed operativo ad inzio estate. “L’oleodotto sarà pronto per le esportazioni a maggio o giugno,” ha anticipato il ministro dell’Energia degli Emirati Arabi Uniti (Eau), Mohammad Ben Dhaen al-Hamili, all’agenzia di stampa Wam. Costata 2.6 miliardi di euro, la conduttura, che ha una capacità di trasporto tra i 1.5-1.8 milioni di barili al giorno, corre tra Hasban, a sud della capitale Abu Dhabi, a Fujairah, unico emirato del Paese che si affaccia sul mare Arabico. Può smistare il 70% del petrolio prodotto dal Paese. Il suo completamento era stato annunciato già alla fine del 2010 ma ritardi nella consegna di alcuni materiali, ha spiegato oggi il ministro, ne hanno posticipato l’effettivo funzionamento. Teheran, nel corso degli ultimi due decenni, ha più volte minacciato la chiusura dello stretto di Hormuz, il tratto di mare che separa l’Iran dall’Oman e dal quale transita circa il 40% del greggio mondiale, principalmente in direzione dei mercati asiatici. Tradotto in numeri, pari ad un flusso di 17 milioni di barili al giorno per una media di 14 petroliere in entrata ed altrettante in uscita. Al suo punto più stretto, le coste dei due Paesi distano 33 km. Chiuderlo, avvertono gli esperti, non è tecnicamente difficile. I toni e la frequenza delle minacce iraniane sono diventati particolarmente duri ed insistenti nelle ultime settimane, di pari passo con le stringenti sanzioni imposte dagli Usa a Teheran. Alla vigilia di Natale i ministri dell’ Energia arabi al Cairo per un incontro dell’Opec, hanno declinato ogni commento su quali altre rotte alternative per l’esportazione del petrolio fossero al vaglio in caso di un blocco dello stretto di Hormuz. Sul tavolo, le alternative possibili sono la East-West Pipeline, in Arabia Saudita, che corre da Abqaiq, a sud di Dahran al Mar Rosso e che può essere potenziata fino a trasportare cinque milioni di barili al giorno. A questa potrebbe aggiungersi, per oltre 290.000 barili giornalieri, la conduttura Abqaib-Yanub. Altro petrolio potrebbe seguire il percorso verso nord, in direzione del porto di Ceyhan sul mar Mediterraneo, attraverso l’oleodotto turco-iracheno, anche se è difficile quantificare il volume perchè la condotta è stata danneggiata durante gli ultimi anni di conflitto. Disattivato, infine, ma con la potenzialità di essere ripristinato, l’Ipsa, l’oleodotto iracheno che attraversa il regno saudita con una capacità di 1.65 milioni di bpd e la Tapline, che corre verso il Libano trasportando 1.5 milioni di barili al giorno.