Etiopia. Abiy Ahmed a Macallé, incotra il premier sudanese Abdalla Hamdok

Riprese le telecomunicazioni, l’elettricità; giunti gli aiuti umanitari.

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Il primo ministro dell’Etiopia e Premio Nobel per la Pace Abiy Ahmed si è recato in questi giorni a Macallé, capoluogo del Tigrè, dove ha incontrato gli esponenti della nuova amministrazione locale e i comandanti delle forze armate. Ha avuto anche un vertice con il premier del governo provvisorio sudanese Abdalla Hamdok, al quale ha mostrato la stabilizzazione della regione; si tratta di un gesto volto a favorire il rientro di 50mila profughi rifugiatisi in Sudan a causa degli scontri con i ribelli tigrini del Fronte di liberazione del popolo dei Tigrè (Tplf).
Macallè è stata presa dai regolari lo scorso 29 novembre, mentre risalgono a quasi un mese prima gli aspri scontri alla base dei quali vi sarebbe la decisione di Abiy Ahmed Ali di posticipare le elezioni presidenziali e legislative del 2021 a causa della pandemia da coronavirus, una mossa ritenuta incostituzionale dai tigrini, che spingono per l’indipendenza: questi hanno governato il paese per oltre trent’anni, spesso in contrasto con altre etnie tra cui quella dell’attuale premier Abiy Ahmed Ali, gli oromo. I tigrini sono circa il 6% dei 103 milioni di abitanti.
Abiy Ahmed ha spiegato che continua la caccia alla “cricca criminale” del Pplf guidata da Debretsion Gebremichael, e che ora nella città ha ripreso la fornitura di aiuti umanitari alla popolazione, la distribuzione della corrente elettrica e de telecomunicazioni.