Filippine. Duterte torna all’insulto, l‘Alto commissario Onu Hussein è una ‘zucca vuota’

di Enrico Oliari –

Oltre alla pistola e agli arresti facili, il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte ha anche l’insulto che gli scorre senza intoppi sulla lingua. In realtà questa volta si è trattato di un botta e risposta, seppure a scoppio ritardato, dal momento che, davanti alle uccisioni facili di trafficanti di droga e di spacciatori, l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Zeid Raad al-Hussein pochi giorni fa aveva consigliato per Duterte “un esame psichiatrico”.
“Hei figlio di puttana – è intervenuto oggi Duterte -, tu commissario, ho bisogno di andare da uno psichiatra?. Lo psichiatra mi ha detto: signor sindaco lei sta bene. E’ soltanto appassionato del diritto” (…) “Poi, riguardo a te, hai una testa grossa ma è vuota. Non c’è materia grigia tra le orecchie. E’ vuota. E’ vuota. Non c’è neanche nutrimento per far crescere i capelli e infatti i capelli sono spariti”.
In realtà l’atteggiamento di al-Hussein rispecchia le perplessità di molti davanti alla sua elezione all’organismo Onu per i diritti umani, dal momento che è saudita e che prima di fare le pulci agli altri in giro per il mondo dovrebbe farle a casa sua.
Tuttavia lingua veloce-diverte non è nuovo ad un linguaggio che poco si addice a un capo di Stato: nel dicembre 2016, dopo essere stato ripreso dall’amministrazione Usa per la mano eccessivamente pesante contro pusher e trafficanti di droga, si è rivolto tramite i media a Barack Obama apostrofandolo “Figlio di puttana, te la farò pagare”.
Il 3 giungo dello stesso anno, a poco più di 20 giorni dalla sua elezione, ha annunciato il proposito di reintrodurre la pena di morte ed alle critiche del Palazzo di Vetro ha risposto “Vaffanculo. Voi dell’Onu, non sapete come porre fine al massacro in Medio Oriente, non avete alzato un dito in Africa, cucitevi tutti la bocca”. Ha poi minacciato l’uscita delle Filippine dalle Nazioni Unite.
In un altro episodio aveva insultato un diplomatico statunitense definendolo “frocio e figlio di puttana”.