G20. L’Ue chiede riforme e crescita. E sui migranti che tutti facciano la loro parte

di Guido Keller

Tusk con junker g20 cina grandeIl capo della Commissione europea Jean-Claude Juncker e il presidente dell’Europarlamento Donald Tusk sono intervenuti a margine del G20 in corso a Hangzhou, in Cina, per affrontare una serie di temi caldi a cominciare dall’economia, affermando la centralità del “modello “Ue”: “La nostra strategia per la crescita – ha detto Juncker -, cioè il virtuoso triangolo investimenti, riforme e controllo dei conti sta funzionando: le riforme portano risultati. Tuttavia a questo summit abbiamo bisogno urgente che i nostri partner del G20 implementino le strategie di crescita già accordate”. “Dopo anni di crisi – ha aggiunto- dobbiamo dimostrare che possiamo produrre una crescita di lungo termine e restituire fiducia”.
Raccogliendo le impressioni dei leader europei, Juncker ha sollecitato la Cina ad accelerare le riforme nel settore siderurgico, poiché vi è un eccesso di produzione di ferro da parte delle industrie cinesi, per cui “Siamo decisi a difendere gli interessi della siderurgia dell’Ue”. Si tratta di “un altro problema globale, in una specifica dimensione cinese”, mentre “Dopo anni di crisi dobbiamo mostrare che siamo i grado di promuovere la crescita e creare fiducia”.
Juncker ha poi parlato di accoglienza dei flussi di rifugiati, per cui “L’Europa è vicina al limite” delle sue capacità. Serve quindi che sia tutta la comunità dei paesi industrializzati condivida il problema e che fornisca risposte precise alla crisi dei migranti, anche perché vi sono paesi dell’Unione Europea che stanno facendo sacrifici “sproporzionati”. “Si tratta – hanno detto Juncker e Tusk – di una sfida globale che richiede soluzioni globali.
Per Tusk “ci sono 65 milioni di persone in fuga nel mondo e 4 milioni quelli che hanno dovuto lasciare la propria casa nella sola Siria”: “La Commissione sta lavorando nella preparazione di un ambizioso piano di investimenti esterni, usando fondi pubblici per attrarre capitali privati. Dobbiamo combattere contro le rotte dei migranti, nei Paesi di transito, e questo è il motivo per cui abbiamo deciso di estendere il nostro piano al mondo esterno”.
Nel corso della conferenza stampa Juncker ha parlato anche di Brexit, ricordando che “I britannici hanno votato. Noi rispettiamo quel voto: non significa la fine dell’Ue e del percorso di costruzione a 27. Noi non diventiamo nemici della Gran Bretagna che è e resta un partner vicino per molte ragioni”. Tusk ha sottolineato la “posizione cristallina” di Bruxelles, per cui non vi sarà “nessun negoziato prima della ratifica” formale della Brexit. D’altronde “Noi dobbiamo proteggere gli interessi dei paesi che vogliono stare e rimanere nell’Unione non di quelli che la vogliono lasciare”.