di Ehsan Soltani –
Sono ripresi al Cairo, in Egitto, le trattative perché Hamas e Israele arrivino ad una pace duratura e già fonti parlano di “una reale possibilità di un accordo di cessate-il-fuoco permanente al termine della tregua di cinque giorni”.
Il nodo da sciogliere rimane la questione della possibilità per i palestinesi di Gaza di armarsi, mentre appare in discesa l’allargamento della fascia di miglia nautiche per le operazioni di pesca nelle acque antistanti la Striscia, sottoposta a embargo dal 2007. Israele dovrebbe farsi carico, a titolo umanitario, della ricostruzione degli edifici abbattuti, ma i palestinesi chiedono anche la possibilità di spostarsi e di uscire liberamente dalla Striscia.
Nelle speranze dell’Occidente, in particolare di Washington, vi è anche l’accettazione da parte di Tel Aviv della soluzione dei “due popoli, due stati”, per arrivare ad una soluzione definitiva della questione israelo-palestinese.
L’Unrwa, l’Agenzia Onu per i profughi palestinesi, ha intanto reso noto il bilancio definitivo delle vittime palestinesi da quando l’8 luglio scorso sono iniziate le ostilità: si tratta di 1.975 morti, di cui 1.417 civili. Tra questi si contano 459 bambini e 239 donne.
