Gaza. Si continua a combattere, Netanyahu si prepara a colpire via terra

I combattenti di Hamas resistono. In corso la riunione dle Consiglio di sicurezza. Salta per il momento l'adesione dell'Arabia Saudita agli Accordi di Abramo.

di Mohamed Ben Abdallah

Resta gravissima la situazione in Israele, dopo la clamorosa offensiva di Hamas che ha colto di sorpresa gli apparati militari e di intelligence. Mentre nelle porzioni di territorio prese dai combattenti di Hamas si continua a sparare, sono già iniziate le ritorsioni israeliane con missili sparati sulla Striscia di Gaza, densamente abitata, che hanno provocato almeno numerose vittime fra i civili, spesso sepolti dai palazzi spianati. Le autorità militari hanno riportato di 500 attacchi aerei in poche ore.
Da Hamas è stato fatto sapere che “i nostri partigiani continuano a combattere: siamo riusciti a sostituirli con forze fresche e a procurare i rifornimenti”.
I dati ufficiali, per quanto provvisori, parlano di 700 morti tra i civili e i militari israeliani, di 2mila feriti e di 750 dispersi, una parte dei quali ritenuti presi in ostaggio dai combattenti e portati a Gaza. Secondo fonti palestinesi gli ostaggi sarebbero 170, tenuti in luoghi sicuri come tunnel o case rinforzate, e sarebbero stati presi da Hamas ma anche dal gruppo della Jihad Islamica e dalla Brigata dei Martiri di al-Aqsa. Un poliziotto egiziano ha sparato ad Alessandria d’Egitto uccidendo due turisti israeliani. Alcuni dei prigionieri avrebbero anche cittadinanza statunitense.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che “il paese è in guerra contro Hamas” e che la risposta sarà “lunga e potente”, ma al termine di una riunione del comitato di sicurezza il ministro della Difesa Yoav Gallant ha avvertito della necessità di evacuare i civili dal nord ovest del paese per il rischio di un intervento degli Hezbollah libanesi, il quale andrebbe a dar man forte ad Hamas. Già al confine con il Libano vi sono stati colpi di artiglieria tra combattenti Hezbollah e esercito israeliano.
Da quanto si è appreso i combattenti di Hamas stanno impiegando missili anticarro Kornet a guida laser, di fabbricazione russa, mentre i droni sarebbero stati realizzati in base ai progetti dell’ingegnere Mohamed Zaouri, ucciso probabilmente da agenti del Mossad in Tunisia nel dicembre 2016.
Forze corazzate israeliane sono dirette verso la Striscia, segno di un’imminente operazione di terra.
Intanto si moltiplicano le iniziative diplomatiche volte a prevenire un’escalation, e il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha chiesto alle due parti di “sostenere la via della pace”, osservando che “non c’è nulla di buono nell’uccidere i civili”, e anche Papa Francesco ha fatto sapere all’Angelus di “seguire con apprensione e dolore quanto sta avvenendo in Israele, dove la violenza è esplosa ancora più ferocemente provocando centinaia di morti e feriti”.
A New York è in corso la riunione del Consiglio di sicurezza Onu, ma Netanyahu ha fatto sapere di non aver intenzione di “trattare con i terroristi di Hamas”.
A saltare per il momento è stata anche l’iniziativa Usa, coltivata in anni di trattative diplomatiche segrete, di procurare al Israele il riconoscimento da parte dell’Arabia Saudita. Sia Netanyahu che l’amministrazione Biden avevano preannunciato una svolta che avrebbe portato a un nuovo ordine in Medio Oriente, in altre parole un grande passo avanti negli Accordi di Abramo che già vedono coinvolti Marocco, Emirati, Bahrein, e Sudan). Da quanto si è saputo gli Usa avrebbero promesso all’Arabia Saudita la vendita di armi sofisticate e la costruzione di centrali nucleari in cambio del sostegno al piano Kurschner che vedrebbe la nascita della Nuova Palestina, con però la sicurezza affidata a Israele