Gb. La Corte suprema affonda il piano di portare i richiedenti asilo in Ruanda

di Enrico Oliari

La Corte suprema del Regno Unito ha bollato come illegale il piano del governo di deportare in Ruanda i richiedenti asilo. La sentenza, del tutto prevedibile, polverizza così i piani dei vari premier conservatori Johnson, Truss e Sunak di spedire nel paese africano i migranti in attesa dell’evasione della richiesta di asilo, e arriva dopo che la Cedu, la Corte europea per i diritti dell’Uomo, ha bloccato il primo aereo in partenza per Kigali.
Dopo anni di chiacchiere e di populismo nessun migrante è stato portato in Ruanda anche per i molti ricorsi presentati, in compenso il governo del premier Edouard Ngirente ha fatto sapere di aver già impegnato in progetti governativi i 140 milioni di euro stanziati da Londra, ovvero di essere nell’impossibilità di restituirli.
Il governo Sunak ha comunque reso operativa la Bibby Stockholm, una chiatta galleggiante vecchia di mezzo secolo e noleggiata da una compagnia privata, per ospitare 500 richiedenti asilo nel Canale della Manica.
Con un comunicato l’Unhcr ha fatto sapere di aver accolto “con favore l’odierna sentenza della Corte Suprema del Regno Unito che ha stabilito che il proposto trasferimento di richiedenti asilo dal Regno Unito al Rwanda nell’ambito del Migration and Economic Development Partnership (MEDP) sarebbe in contrasto con il diritto internazionale e britannico.
Non siamo parte in causa nel procedimento, ma abbiamo fornito consulenza alla Corte su questioni di diritto internazionale dei rifugiati e standard di protezione. Il ruolo dell’UNHCR nel contenzioso è stato, per tutta la durata del caso, quello di agenzia delle Nazioni Unite con il mandato di supervisionare l’applicazione della Convenzione sui rifugiati del 1951 in tutto il mondo.
L’UNHCR ha costantemente espresso la sua profonda preoccupazione per l’”esternalizzazione” degli obblighi in materia di asilo e per i gravi rischi che essa comporta per i rifugiati. L’UNHCR riconosce le sfide poste dagli arrivi irregolari attraverso la Manica e chiede alternative pratiche e praticabili all’accordo MEDP, anche attraverso la cooperazione con i vicini europei nello spirito di condivisione delle responsabilità che è alla base della Convenzione sui rifugiati. Sono fondamentali procedure di asilo eque e rapide, che rispettino gli standard internazionali, e la collaborazione con i partner internazionali per garantire il rimpatrio sicuro e dignitoso di coloro che non hanno bisogno di protezione. L’UNHCR incoraggia inoltre una maggiore cooperazione con i Paesi sulle rotte principali lungo le quali si muovono rifugiati e migranti, per affrontare le cause profonde dello sfollamento attraverso la costruzione della pace e gli aiuti umanitari e allo sviluppo, e per offrire alternative reali ai viaggi pericolosi, anche attraverso l’ampliamento dei percorsi sicuri e legali”.