GEORGIA. Il partito di Saakashvili respinge appello a dimissioni

TMNews, 3 ott 12 – 

Il partito del presidente georgiano Mikheil Saakahsvili ha respinto oggi l’invito al capo dello Stato a dimittersi, lanciato ieri dal miliardario Bidzina Ivanishvili, che ha vinto le legislative e che ora è pronto a diventare il nuovo premier. “Parlare di elezioni presidenziali anticipate oggi significa mancare di rispetto al popolo georgiano e violare la Costituzione”, ha dichiarato il presidente uscente del parlamento, David Bakradze esponente di punta del Movimento Nazionale Unito, che da partito della maggioranza ora passa all’opposizione. Bakradze ha auspicato che l’appello per le dimissioni sia “solo un incidente isolato, dovuto all’euforia per la vittoria elettorale” e che non porterà quindi a una nuova situazione di “crisi e contrasto”. Il mandato di Mikheil Saakahsvili scade tra un anno, a ottobre 2013.
Dopo la vittoria della coalizione Sogno Georgiano, guidata da Ivanishvili, in Georgia si prospetta una non facile coabitazione tra il miliardario sceso in politica e il presidente Saakahsvili, che vede improvvisamente crollare il suo dominio politico, ancora poche settimane fa dato per duraturo. Saakahsvili ha stupito, ieri, con un’ammissione di sconfitta netta e senza recriminazioni, promettendo inoltre di aiutare il prossimo premier a formare il nuovo governo. E qui sta il centro del prima problema: in base alla Costituizione, il capo dello Stato deve presentare la squadra governativa al parlamento, prospettiva che non piace certo a Ivanishvili, deciso a fare tabula rasa degli attuali ranghi governativi. La Costituzione georgiana, poi, dal prossimo anno cambia, con l’entrata in vigore di una serie di emendamenti che introdurranno il sistema parlamentare e rafforzeranno notevolmente il primo ministro, a scapito del presidente. Ivanishvili si ritroverà così ad essere davvero il nuovo ‘uomo forte’ della Georgia. E proprio in questa ottica, ieri ha consigliato a Saakashvili di dimettersi, mentre dagli ambienti politici vicini al magnate circolavano voci di una possibile procedura di impeachment.