Gli olandesi con un referendum hanno detto ‘no’ all’avvicinamento dell’Ucraina all’Ue

di Guido Keller –

poroshenko petroGli olandesi hanno detto “no” all’accordo di associazione tra Ue e Ucraina: il referendum ha visto una bassa partecipazione (32,2%, quorum 30%), ma la stragrande maggioranza di coloro che hanno votato (61,1%) hanno scelto per l’Olanda una posizione di contrarietà all’avvicinamento  dell’Ucraina all’Unione Europea, preludio ai processi di adesione.
Per quanto taluni, come il deputato di estrema destra Geert Wilders, ritengano che la vittoria del “no” sia da attribuirsi all’euroscetticismo (“gli olandesi hanno detto di no all’elite europea e non al trattato con l’Ucraina”), in realtà è proprio l’idea di consolidare i rapporti con Kiev a non piacere agli europei, dal momento ciò implica evidenti difficoltà nei rapporti, anche commerciali, con la potente Russia.
L’Unione Europea, insomma, vuole accollare ai cittadini e alle loro tasche l’ennesimo stato economicamente sgangherato, quando sarebbe più proficuo soprattutto per il settore produttivo  avere rapporti costruttivi con l’Orso russo.
Laddove i cittadini e non i potenti hanno potuto dire la loro, il voto democratico è stato di contrarietà, mentre negli altri 27 paesi agli europei intesi come gente comune, non è stato chiesto nulla.
Il presidente ucraino Petro Poroshenko, rimasto impigliato nello scandalo del Panama Papers, ha dichiarato che l’Ucraina proseguirà il suo percorso di avvicinamento all’Ue, nonostante l’esito referendario.
Il Parlamento olandese ha già ratificato l’accordo con Kiev, per cui ora per il premier Mark Rutte si apre una questione interna che vede il voto parlamentare aver preceduto ed quello dei cittadini, che dice l’esatto contrario