Grecia. Ascesa, ridimensionamento e prospettive di Syriza

Da formazione di minoranza, a primo partito in Grecia, alle dimissioni di Tsipras.

di Ninni Radicini * –

Il risultato elettorale di Syriza (Coalizione della Sinistra Radicale – Alleanza Progressista) nelle elezioni di maggio 2023 e nel giugno seguente (in senso tecnico da considerare anticipate) ha rappresentato un consistente decremento di consensi per la formazione della Sinistra greca al governo con Primo Ministro Alexis Tsipras due volte consecutive da gennaio 2015 a luglio 2019 (in alleanza con il partito Greci Indipendenti).
In occasione di una riunione del Comitato esecutivo di Syriza, Tsipras ha annunciato le sue dimissioni da Presidente del partito. Tsipras si è dichiarato orgoglioso di quanto realizzato durante gli anni del suo Esecutivo, in particolare la gestione della fase di crisi economico-finanziaria e, sul versante delle relazioni internazionali, il raggiungimento dell’Accordo di Prespa nel 2018, con cui si è conclusa la quasi trentennale questione relativa alla denominazione della Fyrom (acronimo di Ex Repubblica Yugoslava di Macedonia), in base all’Accordo rinominata Macedonia del Nord.
Tsipras ha evidenziato che Syriza è stato il primo partito di sinistra radicale a primeggiare in una elezione legislativa nella Unione Europea e che lui è stato il primo Premier della medesima area politica in Grecia. Nel Parlamento Europeo, Syriza, che nelle elezioni del 2019 elesse 5 deputati (su 21 complessivamente eletti in Grecia), ha aderito al gruppo denominato La Sinistra nel Parlamento Europeo GUE/NGL, composta da deputati eletti per la maggior parte in liste di partiti di area socialista democratica e comunista. Prima di gennaio 2021 questo gruppo parlamentare era denominato Sinistra Unita Europea / Sinistra Verde Nordica (GUE/NGL).
Durante la presidenza Tsipras, Syriza ha avuto un aumento notevole di consensi (fino al 2015), passando da partito sotto il 5% nel 2009 a oltre il 35% nelle due elezioni legislative svolte nel 2015, con un risultato di rilievo anche nelle elezioni europee del 2014 (27%, +22 sul dato delle elezioni del 2009).
Tsipras iniziò la sua scalata nell’area della Sinistra ellenica nel febbraio 2008 con la sua elezione a Presidente di Synaspismos (Coalizione della Sinistra, dei Movimenti e dell’Ecologia). Questa formazione ebbe origine alla fine degli anni ’80 a seguito della fase di cambiamento, trasformazione e ricomposizione avvenuta nell’area della Sinistra, in particolare in quella Comunista, per effetto (in senso simbolico) della caduta del Muro di Berlino nel novembre del 1989. In Grecia tra i partiti rappresentati nel Parlamento quella fase riguardò in particolare il Partito Comunista Greco (KKE). Trascorsi gli anni ’90, nel 2004 Synaspismos fu una delle componenti di Syriza, come coalizione di formazioni di sinistra, poi fondata come partito unitario nel 2012. Tsipras fu Presidente di Synaspismos dal 2008 al luglio 2013, quando Synaspismos fu dissolto poichè confluito Syriza, ma già nel giugno 2012 fu eletto Presidente di Syriza, conservando l’incarico fino al giugno 2023.
L’elezione di Alexis Tsipras alla presidenza di Synaspismos avvenne poco prima dell’inizio della profonda crisi economica-finanziaria avviata mentre al governo vi era il PASOK (Movimento Socialista Panellenico) con Primo Ministro George Papandreou. In quella fase Syriza fu particolarmente critica nei confronti della politica di austerità richiesta dai creditori internazionali alla Grecia. Questa linea permise a Syriza di attrarre in pochi anni una parte rilevante dell’elettorato di Sinistra, diventando primo partito nelle elezioni anticipate svolte a gennaio 2015, quando ottenne 149 seggi su 300.
La necessità di un accordo con un altro partito per raggiungere la maggioranza parlamentare determinò l’alleanza di governo con il partito dei Greci Indipendenti, di Panos Kammenos, formatosi a seguito di una scissione a destra di Nuova Democrazia. Questo particolare esecutivo con Primo Ministro Alexis Tsipras si concluse sette mesi dopo a seguito di una serie di attriti interni ai due partiti. A seguito delle dimissioni di Tsipras da Primo Ministro, si svolsero a settembre 2015 ulteriori elezioni anticipate, nelle quali Syriza ottenne 145 seggi. Il successivo governo fu ancora formato da Syriza e Greci Indipendenti e presieduto da Tsipras, fino luglio 2019.
La scelta di allearsi nel gennaio 2015 con il partito dei Greci Indipendenti fu motivo di perplessità data la differenza ideologica delle due formazioni, il cui denominatore comune era in origine l’avversione alle politiche di austerità e la consapevolezza che, in quella particolare fase storica e politica, l’alleanza fosse l’unica possibilità per entrambi di stare in un governo con margini ampi di autonomia reciproca.
Dopo il mancato raggiungimento di un accordo con i creditori della Grecia, il governo Tsipras, a luglio 2015, decise di indire un referendum sulle richieste per l’avvio del terzo piano di salvataggio (bailout). Il “No” ottenne il 61.3%, il “Sì” 38.7%. Ma su questo versante Syriza non riuscì a far corrispondere le dichiarazioni elettorali con le scelte di governo. Il referendum fu al tempo stesso l’apice del riscontro politico-elettorale di Tsipras e Syriza e l’inizio della fase decrescente. Quel voto popolare rimase come manifestazione di contrarietà della maggioranza del popolo ellenico alle politiche di austerità ma non fu implementato poiché avrebbe potuto determinare l’uscita della Grecia dalla Eurozona. La successiva scelta di passare dalla opposizione ai piani di salvataggio, condizionati da provvedimenti di tagli alla spesa sociale, alla cooperazione con le istituzioni creditrici, permise alla Grecia di rimanere nel corso europeo ma attirò verso Syriza e Tsipras critiche sia dal centrodestra sia da formazioni alla sua sinistra.
Annunciando le dimissioni dal vertice del partito, Tsipras ha prospettato la necessità che Syriza sviluppi una nuova interpretazione delle fase storica in corso, in modo che la sconfitta elettorale possa essere l’inizio di un nuovo ciclo. La Segreteria politica di Syriza ha reso pubblico il 16 luglio che l’elezione del Presidente del partito è stabilita per il 10 settembre e l’eventuale ballottaggio il 16 settembre. I candidati sono: Efi Achtsioglou (38 anni); Nikos Pappas (47 anni); Euclid Tsakalotos (63 anni); Stefanos Tzoumakas (77 anni). Possono votare tutti i circa 170mila iscritti a Syriza. Il 3 settembre, il Congresso Permanente, composto dai delegati del più recente congresso di Syriza svolto nell’aprile 2022, deciderà sulle modalità di voto. La data delle elezioni del Presidente del partito è stata decisa dopo avere anche considerato un’alternativa, ovvero lo svolgimento del voto il 26 novembre, dopo un congresso il 24 ottobre. A fronte di un più ampio periodo per il dibattito, tale proposta è stata però bocciata dalla maggioranza dei delegati del Comitato Centrale poiché in occasione delle elezioni amministrative di ottobre, Syriza avrebbe partecipato senza un Presidente eletto.
Per Syriza si prospetta un incremento di competizione sia sul versante centrista sia a sinistra. Le due elezioni legislative del 2023 hanno segnato un risultato relativamente per il PASOK, che potrebbe provare a recuperare i consensi perduti nel decennio della crisi economico-finanziaria. Sull’ala sinistra invece l’ingresso in Parlamento di deputati del movimento Percorso di Libertà, presieduto da Zoe Konstatopulou (ex Syriza), può rappresentare un riferimento per iscritti, dirigenti, elettori di Syriza di tendenza più radicale. La elezione del Presidente del partito e la elaborazione della nuova linea, da riscontrare già nelle prossime elezioni Amministrative ed Europee, saranno in tal senso determinanti per le prospettive di Syriza.

* Ninni Radicini è coautore del libro “La Grecia contemporanea (1974-2006)” e autore di vari articoli sulla Grecia. Ha pubblicato articoli sulla Germania (area politico-elettorale-storica). Articoli su altri argomenti sono stati pubblicati su vari periodici. Ha pubblicato inoltre recensioni e prefazioni a libri (Sito).