GUATEMALA. Condannato a 80 anni per genocidio l’ex dittatore Rios Montt

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rios montt efrainL’ex dittatore del Guatemala, Efrain Rios Montt, è stato oggi condannato a 80 anni di carcere per genocidio, ed in particolare è stato riconosciuto colpevole per l’uccisione di almeno 1.771 indigeni Maya Ixil.
Nato a Huehuetenango nel 1926, Rios Montt venne eletto presidente nel 1974 con il sostegno della Democrazia cristiana locale, salvo essere immediatamente deposto da un golpe militare. Nel 1982 fu lui a organizzare un colpo di Stato ed a mettere fuori legge i partiti, ma un anno dopo venne nuovamente deposto da un altro golpe, organizzato dall’ex ministro della Difesa, il generale Oscar Humberto Mejìa Victores, che indisse per il 1º luglio 1984 le elezioni politiche. Escluso dalla competizione per la carica presidenziale su volere della Corte costituzionale, nel 1995 riuscì comunque ad essere eletto a presidente del Parlamento.
La sentenza di condanna di oggi è stata letta dal giudice Jazmin Barrios in un’aula della Corte suprema di Giustizia colma di 600 persone fra familiari delle vittime e giornalisti: “Abbiamo ritenuto che la condotta dell’imputato Efrain Rios Montt rientra nel delitto di genocidio – ha letto Barrios – in quanto autore dello stesso, e che pertanto deve essere applicata la relativa condanna” che “deve essere rispettata subito” e quindi l’ex generale-presidente “sarà portato immediatamente nel centro di reclusione Cuartel de Matamoros”, un carcere di massima sicurezza.
Le indagini comunque continueranno per verificare se vi sono state altre vittime attribuibili alla responsabilità di Rios Montt; “Ci sono stati bambini presi e portati in altre località… – ha continuato il giudice – operazioni alla guida delle quali c’era Rios Montt, il quale sapeva tutto e che non ha fatto niente per bloccare tali operazioni”, ovvero “aveva tutto il potere per farlo, visto che era la massima autorità militare”.
Rios Montt, si è sempre proclamato innocente, sottolineando di non aver avuto “intenzione di distruggere alcuna etnia del Paese” e di aver lavorato, negli anni in cui è stato al potere, “solo in ambiti politici”. “Ogni comandante – ha precisato nel corso della sua difesa – è stato responsabile di quanto avvenuto nel proprio territorio… non sono un genocida, non ho mai autorizzato, firmato o disposto attentati contro una razza, un’etnia o una religione…non c’è neanche una prova”.