Guinea Bissau. Continua la crisi politica e istituzionale del paese

di Alberto Galvi

La scorsa settimana Umaro Sissoco Embaló del partito MADEM-G-15 (Movimento para a Alternância Democrática), è stato dichiarato il vincitore delle elezioni presidenziali dalla NEC (National Electoral Commission), il partito al potere, il PAIGC (Partido Africano para a Independência da Guiné e Cabo Verde), che ha invece respinto i risultati e li ha contestati alla STJ (Supremo Tribunal de Justiça).
Intanto l’ECOWAS (Economic Community of West African States) ha chiesto all’esercito della Guinea-Bissau di rimanere neutrale nell’aggravarsi della lotta politica del paese. Inoltre ha chiesto al governo della Guinea-Bissau di dare priorità alla riforma della Costituzione del paese e alla riforma della legge elettorale, del settore della difesa e della sicurezza e della giustizia.
Finché la STJ non ha preso la sua decisione, il PAIGC non riconosce Embaló come un presidente legittimo. Per questa ragione il vincitore delle elezioni presidenziali ha emesso un decreto per licenziare il primo ministro e veterano del PAIGC Aristides Gomes e il suo governo. In seguito ha proclamato l’ex avversario presidenziale Nuno Nabiam nuovo primo ministro e ha denunciato il licenziamento di Gomes come illegale. I soldati armati hanno tenuto la guardia nella residenza del premier a Bissau.
Dopo essersi insediato, Nuno Nabian ha riconosciuto che le continue crisi non aiutano lo sviluppo della Guinea-Bissau. Da parte sua, il coordinatore del MADEM-G15, Braima Camará, ha affermato che la sostituzione del primo ministro è costituzionalmente valida.
Dopo l’inaugurazione di Umaro Sissoco Embaló, il partito dello sfidante di Embalo Domingos Simoes Pereira detiene la maggioranza in parlamento e ha nominato Cipriano Cassama come presidente ad interim. Gli ambasciatori del Senegal e della Gambia erano gli unici rappresentanti delle missioni diplomatiche straniere, che hanno partecipato alla cerimonia simbolica di inaugurazione di Umaro Sissoco Embaló come presidente della Guinea-Bissau.
Nonostante la popolazione continui a vivere una vita pacifica, i militari fedeli a Sissoco Embaló continuano ad occupare istituzioni governative, tra cui radio e televisione pubbliche. Anche a livello economico le attività continuano a svolgersi in maniera regolare con una viabilità del traffico regolare persino nella capitale Bissau.
Il presidente del parlamento Cipriano Cassamá, è entrato in carica sulla base dell’articolo della Costituzione che prevede che la seconda figura istituzionale del paese si insedierà in caso di vacanza del capo di Stato. Tuttavia, Cassamá si è dimesso dall’incarico in quella che promette essere una crisi politica peggiore di quella in cui è stato protagonista l’ex presidente Jose Mario Vaz.
Per il neo presidente eletto il compito di governare la Guinea Bissau non sarà facile in quanto dovrà combattere la povertà diffusa e un sistema politico instabile in cui il partito di maggioranza nomina il premier, ma il presidente può respingerlo. Ricordiamo che in Guinea Bissau ci sono stati ben 7 primi ministri da quando Vaz è subentrato nel 2014.
L’instabilità politica del paese ha inoltre danneggiato l’economia, mentre i trafficanti di droga sfruttano la Guinea Bissau come hub strategico per spedire la cocaina proveniente dal Sudamerica verso l’Europa in particolare verso Italia e Spagna.