Incontro sul genocidio armeno

IL GENOCIDIO ..E I FIORI
Mercoledì 24 Aprile 2013
Dalle ore 14.30 in Piazza Fontana, Milano
Alla memoria del Genocidio Armeno (1915)

Il 24 Aprile è la Giornata della Memoria del popolo armeno.
Alla presenta di tutta la comunità armena milanese e con il sostegno del Centro Informativo Armeno e dell’ass. culturale Famiglia Margini, l’artista armena Liana Ghukasyan sfida la cortina di ferro che è stata eliminata ovunque, ma non tra la Turchia e l’Armenia, confine tutt’oggi invalicabile.

La pianificazione ed esecuzione della prima pulizia etnica del XX secolo, avvenne in seguito alla presa del potere dei Giovani Turchi (Talaat, Enver e Djemal) che avevano progettato la modernizzazione del paese e la riorganizzazione dell’impero sulla base del solo elemento turco. Tra il 1914 e 1915 il popolo armeno, capro espiatorio, piange un milione e mezzo di vittime e vive la diaspora dei pochi sopravvissuti.

Gli armeni diventarono “razza maledetta”, “ghiavur”, “infedeli”.
Il genocidio del popolo armeno fu presto dimenticato dalle potenze occidentali e negato dalla Turchia moderna repubblica, sostenuta dall’occidente in funzione anti sovietica.

Non potendo contare su una territorialità stabile, gli armeni, popolo di origine indoeuropea e di profonda fede cristiana, fondarono la loro identità su di una appartenenza culturale, linguistica e religiosa antica e preziosa.

Dopo il crollo dell’impero sovietico, un referendum popolare ha portato l’Armenia nel 1991 alla dichiarazione di indipendenza.
L’Armenia indipendente ha vissuto anni difficili, ma dopo ogni tappa drammatica della sua storia, il popolo armeno è stato capace di riprendere vigore, ha ricostruito la società civile, riparato i monumenti e fatto rinascere la tradizione, ha riprogettato il futuro.

Padre Hayr Tovma Khachatryan invita a partecipare alla Santa Liturgia che si terrà nella Basilica di Sant’Ambrogio il 24 aprile 2013 alle ore 10.30, in occasione del 98° anniversario del Genocidio armeno, a cura della Chiesa Apostolica Armena d’Italia.

Oggi nel 2013…
Novantotto anni che la mia terra respira con un coltello sul cuore.
Respira, non c’è dolore più grande della perdita della terra nativa.
Voglio dire, “mi ricordo” e non “non mi dimentico”.

Voglio avere Sole, il giallo da condividere con voi.
Non rubate il mio Sole, per favore. E’ il buio senza Sole e io non ci vedo.

Pace, una parola molto cinica per la mia storia, nostra, vostra, storia …non solo mia. Si perdona finché si ama.
Ed eccomi con fiori gialli dentro la pancia, fiori che crescono. Fiori che sono stati accoltellati, per 98 anni non avevano acqua, avevano il sangue, marcio…

98 anni sono tanti, ed i fiori oggi vogliono essere puliti, vogliono assaggiare la primavera, vogliono liberarsi.
Ascoltatemi!

Io porterò i fiori per sempre. Sono l’amore dello stomaco.

Perché io credo, credo nei fiori, credo in voi.
Credo nella luna, credo nella croce, nella stella.
Credo che domani mi saluterai, credo che un giorno ti regalerò i fiori.
Credo nell’eleganza dell’ala e nella bellezza di ogni cosa che abbia mai volato. Nella pietra lanciata da un bambino che porta via con sé saggezza e ostetriche, io credo!

Credo nei prossimi cinque minuti.
Credo nella storia dei miei piedi, e dei fiori gialli.

Liana Ghukasyan