Intelligenza artificiale. L’Onu, ‘una minaccia per i diritti umani’

di Mariarita Cupersito

L’Alto commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani Volker Turk lancia un monito sui progressi dell’intelligenza artificiale e le possibili implicazioni nel campo della tutela dei diritti umani, esortando aziende e governi ad adottare efficaci misure di salvaguardia.
“Sono profondamente turbato dai potenziali danni derivanti dai recenti progressi dell’intelligenza artificiale”, ha dichiarato Volker Turk. “La dignità umana e tutti i diritti umani sono seriamente minacciati”.
“Seguiremo da vicino la questione, apporteremo la nostra esperienza specifica e faremo in modo che la dimensione dei diritti umani rimanga centrale nell’evoluzione della questione”, ha precisato l’Alto commissario. Decine di Paesi, tra cui Usa. e Cina hanno sollecitato nei giorni scorsi la regolamentazione dello sviluppo e dell’utilizzo in campo militare dell’AI, paventando il pericolo di “conseguenze indesiderate”. Il testo dell’appello, sottoscritto da oltre 60 paesi, pone l’accento anche sul “coinvolgimento umano, nonché sulla mancanza di chiarezza in materia di responsabilità” e sulle “potenziali conseguenze indesiderate”.
L’Unione Europea è attualmente in prima linea nella regolamentazione del settore con il progetto di legge “AI Act”, il cui scopo è quello di favorire l’innovazione e prevenire gli abusi, che potrebbe essere ultimato tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, per poi entrare in vigore negli anni successivi.
Anche il Vaticano, promotore con Microsoft della Rome Call for AI Ethics, si è pronunciato sull’argomento: “I sistemi basati sull’AI non possono pensare, sentire, decidere o assumersi responsabilità per le loro azioni, in quanto privi di impulso morale”, ha dichiarato Francesca Di Giovanni, sottosegretario per il settore multilaterale della sezione per i rapporti con gli Stati e le organizzazioni internazionali, capo della delegazione della Santa Sede al summit sull'”Intelligenza artificiale responsabile in ambito militare”, che si è svolto all’Aja.
“Se importanti poteri decisionali sull’uso della forza vengono delegati a un sistema d’arma il cui comportamento è imprevedibile o il cui scopo e ambito operativo non sono ben definiti o noti, il legame cruciale tra ‘azioni’, effetti e responsabilità verrebbe inevitabilmente messo a repentaglio”, anche perché, evidenzia la Santa Sede, “ogni attacco armato deve essere attentamente soppesato e ne deve essere provata la sua legittimità”.
L’utilizzo delle tecnologie andrebbe orientato “verso un orizzonte più appropriato e utile, che non si basa solo su criteri di utilità o efficienza, ma sulla promozione del bene comune dell’umanità”.
Per tali ragioni, il Vaticano auspica l’istituzione di un’Agenzia internazionale per l’intelligenza artificiale che “potrebbe facilitare la piena partecipazione di tutti gli Stati allo scambio di tecnologie legate all’AI per usi pacifici” e che miri a “prevenire gli usi nefasti dell’AI, limitarne le conseguenze indesiderate e contribuire a ridurre le disuguaglianze, promuovendo gli usi pacifici dell’intelligenza artificiale per diverse applicazioni civili”.