Interrotte le trattative tra il Sudan e il Sud Sudan per il petrolio: quasi certo lo scoppio della guerra

di Giacomo Dolzani –

La guerra tra Sudan e Sud Sudan sembra ormai imminente ed il fragile tavolo delle trattative tra i due paesi pare saltato in modo definitivo.
Le questioni in sospeso tra i due stati erano principalmente la definizione dei confini e la spartizione dei proventi derivanti dall’estrazione del petrolio.
Il Sud è infatti ricco di giacimenti petroliferi ma deve trasportare il greggio estratto attraverso gli oleodotti controllati da Khartoum, che esige una pesante tassa su ogni barile, ma che Juba non è disposta a pagare se non in parte.
La situazione sembra però precipitata in maniera irrimediabile dopo l’annuncio del colonnello Khalid Alsawarmi, portavoce militare sudanese, subito seguito da quello della Radio di stato “Omdurman”, in cui si dichiarano sospese tutte le trattative tra i due governi a causa di un attacco dell’esercito di Juba e di alcuni presunti mercenari alla città di Heglig, poi conquistata, nella regione sudanese del Kordofan del Sud.
Il Sud Kordofan è infatti l’unica regione del Sudan ricca di petrolio, in cui Khartoum sta conducendo un’indiscriminata pulizia etnica ai danni delle popolazioni autoctone che, per difendersi, si sono organizzate in un’armata ribelle più o meno segretamente sostenuta dal Sud Sudan con tanto di forniture di armi e viveri, cosa da sempre denunciato da Khartoum.
Queste milizie ribelli, cioè il Movimento di Liberazione del popolo sudanese (Splm-nord), al pari del Movimento per la Giustizia (Jem) che combatte nel Darfur, sono quelle che Khartoum denomina “mercenari”, che però negano ogni coinvolgimento nell’attacco al distretto petrolifero di Heglig, anche perché questa azione sembra più una rappresaglia di Juba per il recente bombardamento sudanese alla città di Bentiu, nel Sud Sudan, uno dei principali centri estrattivi della nazione.
Il risultato finale di questo periodo di tensioni e dichiarazioni di ostilità si è avuto oggi a Juba, dove il presidente del Parlamento ha invitato i deputati a mobilitare i cittadini per “difendere il Paese e se stessi dall’annientamento” in caso di una guerra con il Sudan, che sembra essere sempre più imminente, soprattutto dopo il richiamo in patria della delegazione di Khartoum.