Iran. Primi possibili candidati per le elezioni di giugno

Notizie Geopolitiche –

Voci insistenti danno come possibili candidati alle elezioni presidenziali iraniane, previste per il 14 giugno, Akbar Hashemi Rafsanjani, già presidente dell’Iran dal 1989 al 1997 e presidente dell’Assemblea di Esperti dal 2007 al marzo del 2011, e Mohammad Khatami, presidente dal 1997 al 2005.
Mohammad Khatami Rafsanjani, nato nel 1934, è ritenuto dall’Argentina mandante della strage del 18 luglio del 1994 al centro ebraico di Buenos Aires, che fece 85 morti e più di 300 feriti, tanto che il tribunale di Buenos Aires ha emesso nei suoi confronti un mandato di cattura. Secondo alcuni, alla base dell’attentato vi è stata l’interruzione da parte dell’Argentina degli accordi sulla ricerca del nucleare.
Nel 2001 aveva detto alla Bbc: “Se un giorno il mondo islamico si doterà anch’esso di armamento quale quello che oggi possiede Israele, allora la strategia degli imperialisti entrerà in stallo, perché l’impiego di anche un solo ordigno nucleare su Israele distruggerà ogni cosa. Sebbene il mondo islamico non abbia alcuna intenzione di nuocere non è irrazionale prendere in considerazione ogni eventualità”. Nel 2005 era stato battuto alle elezioni dall’allora sindaco di Teheran, Mahmoud Ahmadinejad.
Mohammad Khatami, nato nel 1943, è stato presidente dell’Iran dal 1997 al 2005; anche lui come Rafsanjani ha studiato all’Università islamica di Qom, dopo di che si è recato in Germania per dirigere il centro islamico di Amburgo, fino al 1979, anno del suo rientro in Iran in occasione della Rivoluzione.
Khatami è stato considerato un riformatore, o meglio, nelle sue intenzioni c’era la volontà di modernizzare la nazione dando centralità alle leggi ed alla democrazia, se non che sulla sua strada si è posto di traverso il clero islamico conservatore, con il quale è entrato in collisione, perdendo molti scontri.
Nella politica internazionale è stato un conciliatore, artefice della politica della distensione; il caso volle che, per ordine alfabetico, l’8 aprile del 2005 si trovò a sedersi, al funerale di Giovanni Paolo II, accanto al presidente di Israele Moshe Katsav (di origini iraniane): questi disse di aver interloquito con Khatami, cosa che rappresenterebbe il primo ed unico contatto fra Israele ed Iran dal 1979.
Khatami aveva osservato che il Governo da lui guidato era sopravvissuto alla media di una crisi ogni 9 giorni, nonostante i tentativi di screditare i ministri e le continue agitazioni promosse dal clero conservatore.
Vi sarebbero inoltre altri possibili candidati più vicini alla Guida spirituale Alì Khamanei, come il suo consigliere Ali Akbar Velayati ed il sindaco di Teheran, Mohammad Bagher Ghalibaf; alla tornata elettorale vi parteciperebbe anche il consuocero del presidente uscente Mahmud Ahmadinejad (non più rieleggibile dopo i due mandati), Esfandiar Rahim Mashaei.
Si trova in carcere, probabilmente proprio per scongiurarne la candidatura e, visto l’alto profilo, la possibile elezione, il riformista Mehdi Khazali, di ispirazione liberale, in condizioni miserrime per via dello sciopero della fame che si protrae da quasi quattro mesi