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Prosegue l’offensiva delle forze irachene, supportate da unità dei pasdaran iraniani e sostenute dai raid della coalizione a guida Usa, sulla città di Fallujah, caduta sotto il controllo dello Stato Islamico nel gennaio 2014. La città, situata nella regione dell’al-Anbar, è localizzata a solo una cinquantina di chilometri dalla capitale Baghdad.
Nei bombardamenti dei caccia Usa sono rimasti uccisi una settantina di jihadisti, tra i quali il loro comandante, Maher al-Bilawi.
Nonostante nei giorni scorsi sopra la città siano stati lanciati volantini di avvertimento, solo poche centinaia di abitanti sono riusciti a lasciare la città, per cui si pensa che ora vi siano intrappolate alcune decine di migliaia di civili.
Nasr Muflahi, direttore del Norwegian Refugee Council, ha reso noto che “La situazione all’interno di Fallujah diventa critica ogni giorno di più. Adesso abbiamo notizia di acqua contaminata e di interi quartieri di sfollati intrappolati dalla battaglia, senza più vie di fuga”.
Vista l’adesione spontanea di parte della popolazione all’Isis, alcuni abitanti potrebbero ora, come è avvenuto per altri centri, imbracciare le armi per frenare l’avanzata delle truppe regolari.
