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L’Unicef ha denunciato oggi che a Fallujah, la città dell’al-Anbar caduta nelle mani dell’Isis nel gennaio 2014 e oggi terreno di scontro tra i jihadisti e i regolari siriani, vi sarebbero almeno 20mila bambini intrappolati, fortemente a rischio per gli scontri in atto. Secondo l’organizzazione umanitaria, rischiano la fame, ma anche l’arruolamento forzato come bambini-soldato da parte dell’Isis.
Lanciando l’allarme lanciato dal rappresentante dell’Unicef in Iraq Peter Hawkins, “I bambini reclutati rischiano la vita e il futuro, sono costretti a portare e a usare armi, combattendo in una guerra di adulti”.
Le testimonianze degli abitanti che arrivano dalla città e dalle zone periferiche riferiscono di scarsità di viveri e di acqua potabile.
Solo in poche famiglie hanno lasciato la città prima dei combattimenti, sia perché l’Isis intende farne uso come scudi umani, sia perché, come altrove, vi è stata un’adesione spontanea della popolazione all’Isis
Notizie Geopolitiche ha potuto verificare sul posto di villaggi i cui abitanti hanno preso le armi per respingere l’avanzata dei regolari e dei peshmerga curdi.
