Somalia. Gli al-Shabaab attaccano un altro hotel, dopo la morte di Dulyadeyn

Notizie Geopolitiche –

dulyadeynGli al-Shabaab somali, gruppo erede delle Coorti islamiche e oggi alleato di al-Qaeda, ha attaccato nuovamente un hotel presso la capitale Mogadiscio causando la morte di almeno 13 persone. Si tratta dell’hotel Ambassador, situato in via Makka al-Mukarama, e la dinamica ha visto la strategia consueta di al-Shabaab, cioè lo scoppio un’autobomba e quindi l’attacco vero e proprio con armi automatiche.
Con un comunicato lo sceicco Abdiasis Abu Musab, portavoce delle operazioni militari dell’organizzazione terroristica, ha fatto sapere che “Abbiamo attaccato l’albergo con un’autobomba e siamo entrati. Daremo dettagli più tardi”,
La struttura alberghiera è frequentata da esponenti del governo somalo e da uomini d’affari, ma al momento non sono note le generalità delle vittime. Al momento dell’attentato era in corso una riunione alla quale partecipavano alti ufficiali dell’esercito e esponenti del governo. Tre assalitori si sono asserragliati nell’hotel, ma uno sarebbe già stato ucciso.
Sono frequenti gli attacchi agli hotel frequentati da uomini del mondo della politica, imprenditori e diplomatici: il 26 luglio 2015 è stato preso di mira l’hotel Jazeera Palace (13 morti), il 10 luglio precedente gli hotel Wehliya e Sayidka (10 morti), il 28 marzo 2015 è stata la volta dell’hotel La Mecca, in cui è rimasto ucciso l’ambasciatore all’Onu con altre 15 persone.
L’azione terroristica potrebbe essere la risposta all’uccisione, avvenuta poche ore prima, di Mohamed Mohamud, conosciuto con il nome di Dulyadeyn e considerato la “mente” della strage dell’aprile del 2015 presso il campus universitario di Garissa, in Kenya, costata la vita a 148 persone, in gran parte studenti.
Da quanto si è appreso l’auto su cui Dulyadeyn viaggiava è stata centrata da missili sparati da un elicottero Usa a circa 30 chilometri a nord di Chisimaio. Altre fonti parlano dell’eliminazione del terrorista ad opera di militari somali addestrati dagli statunitensi.
Gli al-Shabaab, che hanno controllato fino a poco fa buona parte della Somalia centromeridionale, sono stati spinti sempre più a sud dalle forze dell’Amisom, missione formata da Burundi, Etiopia, Gibuti, Ghana, Sierra Leone, Kenya, Uganda e Nigeria e supportata dai droni Usa che partono dalla base Gibuti.
In particolare il Kenya opera con l’aviazione, truppe di terra e con la marina, il cui intervento è stato essenziale per la liberazione di Chisimaio.

Nella foto: Dulyadeyn.