ISRAELE. Gaza, raid aereo uccide capo gruppo armato salafita

Ansa, 30 dic 11 –

di Giorgio Raccah – Il capo di un gruppo armato salafita affiliato ad Al Qaida e’ stato ucciso stamane in un raid aereo israeliano alla periferia di Gaza City mentre assieme ad altri miliziani si stava apprestando a lanciare un razzo contro Israele, secondo quanto ha riferito un portavoce militare. Fonti informate a Gaza hanno detto che l’ucciso si chiama Momen Abu Daf, capo della cosiddetta Armata dell’Islam. Nell’attacco sono stati feriti inoltre cinque palestinesi, uno dei quali e’ stato ricoverato in ospedale. Nella Striscia di Gaza sono presenti diverse cellule di miliziani salafiti, anche provenienti dall’Egitto, responsabili tra l’altro dell’assassinio del volontario italiano Vittorio Arrigoni lo scorso aprile. Come l’islamico Hamas, che esercita il potere di fatto nella Striscia di Gaza, vogliono la distruzione di Israele e propugnano la lotta armata. Per ragioni politiche pero’ Hamas sembra aver ora accantonato, almeno momentaneamente, l’uso delle armi. Il portavoce militare ha detto che Daf aveva pure organizzato diversi attacchi terroristici ed era implicato nella preparazione di un’altra operazione sul confine tra Israele e Egitto, sventata la scorsa settimana. In relazione a quest’ultima un altro miliziano salafita, Abdallah Talebani, era stato ucciso da Israele lo scorso martedi’. L’attacco in preparazione, a quanto pare, doveva essere lanciato nel sud di Israele da un commando che si sarebbe dovuto infiltrare da Gaza nel Sinai egiziano per poi raggiungere lo Stato ebraico. L’operazione avrebbe dovuto essere una copia di quella attuata lo scorso agosto, vicino alla citta’ di Eilat sul Mar Rosso, costata la vita a otto israeliani e a cinque guardie di frontiera egiziane, queste ultime colpite nella sparatoria tra soldati israeliani e membri del commando attaccante. Sonnolento dalla conclusione del trattato di pace nel 1979, il poco controllato confine israelo-egiziano e’ tornato di nuovo a preoccupare i responsabili militari israeliani. La debolezza del potere centrale al Cairo infatti ha fatto si’ che da tempo il Sinai sia divenuto una specie di area franca, teatro di operazione di contrabbandieri, non solo di armi, e di gruppi terroristici. Dall’attacco dello scorso agosto Israele ha rafforzato lo spiegamento militare e ha accentuato lo stato di allerta nell’area di confine, accelerando al tempo stesso i lavori per la costruzione di una rete difensiva, di sbarramenti fisici e elettronici, inizialmente per arrestare il flusso di clandestini africani in cerca di lavoro nel Paese e ora anche per ostacolare infiltrazioni di terroristi.